C.E.I. CIUCCIAMI IL CALZINO.

Quell’estate avrei vestito da marinaretto gay. La chiesa li avrebbe volentieri mandati al rogo, magari dentro una casa tutta loro, i gay. Era un modo per essere solidale e non discriminante, quella maglietta. Ma non mi piaceva affatto. Ma l’avevo comprata per fare felice Abdhul. Abdhul, non so se si chiami veramente così, è un marocchino di quelli veri. Nel senso che viene dal Marocco. Al paese tutti quelli che vendono porta a porta e hanno una bella abbronzatura, sono etichettati marocchini. Poi sono arrivati i negri, e la gente, notando che erano veramente molto più abbronzati, li ha distinti in negri. Anche loro si prendono le loro belle porte in faccia, poveri cristi. Cristo non è affatto povero per la verità. In ogni modo questo Aziz, capita in casa nostra a mercoledì molto alterni, da un bel po’ d’anni. Andandosene è solito dire, ci vediamo fra quindici giorni. L’ultima volta sono passati quattro mesi. Mohamed è veramente avanti. Vende la roba contraffatta. Mica accendini e calzini di spugna della Niki. Tipo i grandi marchi, le robe firmate. Per la verità non so se contraffatte, originali con qualche difetto, o originali a bassissimo costo. Non ho mai indagato a fondo, mi spiacerebbe metterlo in difficoltà. Con quella carnagione li, se arrossisci nessuno se ne accorge. Una bella soluzione per la mia timidezza, sarebbe. Dicevamo. La t-shirt non è che mi andasse un granché. Troppo eccentrica, troppo vistosa. D’altronde è di uno noto marchio messo su da due gay. D’altronde questa gente qui è gente pericolosa, malata, degenerata. Però Khaled è un tizio così gentile, che proprio mi son sentito in dovere. Il fatto è che mia madre e mia sorella si erano per forza fissate a dovermi comprare qualcosa per via di questo cambio importante d’età, a cui mi accingevo. In sintesi. Compivo trent’anni, volevano farmi un regalo. Normale, ma io adesso c’ho un mucchio di soldi, e non voglio che la gente ne spenda per me. Mi sento un sacco generoso. Questa storia del mutuo per la casa mi ha dato alla testa. E’ importante per un essere umano rendersi conto delle sensazioni provocate dalla ricchezza, dall’indipendenza economica. Perché poi molto probabilmente non avrà ulteriori occasioni. Io quei soldi li devo restituire. Così ho insistito per pagare di tasca mia. La maglietta è davvero effeminata. Anche normale, altrimenti sarebbe maglione. Attillata e con delle vistose scritte dorate in centro. Mi piace quest’idea della roba tarocca pagata un quinto dell’originale. Alla faccia dei ricchi, io sembrerò un povero ricco. Salhet con venti euro forse si farà un pasto decente. Con molti venti euro, forse potrà tornare a trovare i suoi in Africa. Con molti venti euro, Dolce e Gabbana, al massimo sarebbero andati a trovare un Briatore qualsiasi, in Costa Smeralda. Meglio così. Nadir si veste sempre eccessivamente, si può anche capirlo, abituato al caldo equatoriale, in queste lande umide e nebbiose. Si trascina sempre tre o quattro borsoni, dalla macchina, su per le scale. Carico come un cammello da attraversata, finisce per sudare un sacco. Non è certo profumato, ma è uno che lavora. Mia madre è una donna servizievole, gentile e premurosa. Ha avuto troppa educazione rigida e cristiana, che l’ha fregata. Capitava, capita ancora. Non è che ci sia da prendere l’esempio da quella gente li. Basta guardarsi in giro. Fanno un sacco di danni. A Fathim gli si offre sempre da bere, mangiare non mangia. Un succo all’arancia. Prima che la  facessi ragionare, ogni volta, a visita finita, mia madre buttava il bicchiere e passava il tavolo con un detergente, strofinando con vigore. Poi spruzzava gli ambienti di un profumo alla lavanda nauseante.

19 Risposte a “C.E.I. CIUCCIAMI IL CALZINO.”

  1. eh eh meno male che hai incontrato Giotto e non mons. Bagnasco che altrimenti eri al cerchio dell’inferno

    ps …ma invece di Giotto non dovevi incontrare una Giotta;-)

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