C’ERANO UNA VOLTA UN GRILLO CON LA RAUCEDINE E UN PRATO DI CICALE TONANTI.

Quando lotti per una certa uguaglianza e ti imponi come – o ti trovi ad essere –  un trascinatore, mitizzato e con dei seguaci, il tuo obiettivo è già fallito. Combattere contro il potere, denunciarne i soprusi, sviscerarne le pustole virulente e poi essere al capo di qualcosa o qualcuno. Non regge. Si finisce per passare dalla stessa parte di chi si combatte. Essere attaccabili a propria volta. L’organizzazione comporta l’organizzare e l’organizzare necessita l’ordine. L’ordine è imperativo, si crea dal comando. La società comune è fallita perché l’individuo è individualista, con grossi picchi di egoismo e arrivismo. Volontà di potenza, si torna sempre a Friedrich. Grillo non dice niente di sensazionale, nulla che una mente non corrotta, non deviata dalla falsa informazione non possa a sua volta sapere. Sono necessari inoltre il tempo e le possibilità materiali per la ricerca della realtà. Ma poco altro. Non sarebbe necessario avere dei divulgatori se avessimo tutti la possibilità e l’interesse per una corretta conoscenza. Ma siamo rammolliti, sfilati della spina dorsale dal fondoschiena, staccati del carattere dall’Ente Non Fornitore, lasciati al buio col semplice inciampare nel cavo di alimentazione. E al contempo caricati di dati infetti, a nostra insaputa, col nostro consenso, scambiando lo scivolare dei dati all’interno per la lingua vellutata di un amante. Soddisfatti, rilassati e compiaciuti. Mmm, fai pure cara, anche le palle. Si finisce per aver bisogno di una guida per ogni situazione, una badante ucraina per le visite al cesso, il navigatore satellitare per raggiungere il supermercato, un comico per capire i giochi di potere, Gesù Cristo per non arrendersi al no-sense della vita. Veniamo ridotti ad una poltrona sgonfiata dedita alla sopportazione di culi, corpi e acari. Questo è il lavoro sociale sull’individuo, una sorta di annientamento legalizzato. Corpi obesi, abbronzati e mollicci al posto degli scheletri rinsecchiti di Auschwitz. Giudicate voi i passi avanti. I tipi alla Grillo si affacciano dal balcone sopra questa disfatta, con la sicurezza di chi se ne è tenuto alla larga con abilità e capacità, con la lungimiranza in disposizione a tutti ma da pochi sfruttata. Incitano e pungolano alla rivoluzione, al rialzarsi, alla battaglia, ma sono costretti a sperare che tutto rimanga immutato. I tipi alla Grillo hanno scelto una bella arte per vivere. Cantare la sopravvivenza, piangere il declino, urlare le ingiustizie, canzonare l’astuzia. La scomparsa di questi, equilibrio ed uguaglianza,  segnerebbero la loro scomparsa. Avrei scritto queste stesse cose anche se ieri lo show di Grillo si fosse regolarmente svolto e vi avessi partecipato come da programma. Non avevo bisogno di una guida, ho la mia direzione. Solo, qualche informazione in più non guasta mai. Grillo aveva troppa poca voce. Troppi vaffanculo. O forse troppi giri d’aria sulla terrazza con vista. Riguardati Beppe!

21 Risposte a “C’ERANO UNA VOLTA UN GRILLO CON LA RAUCEDINE E UN PRATO DI CICALE TONANTI.”

  1. purtroppo ti devo dare ragione ci siamo contagiati i vizi, le cose più eccessive delle nostre caratteristiche…forse in realtà non sono caratteristiche dell’uomo o la donna ma dell’individuo che erano rimaste soffocate dalla cultura…quindi diciamo che le abbiamo semplicemente esternate…chi è stronzo è stronzo uomo o donna che sia, no? beso tesoro

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