DISTRAZIONI AMOROSE AI TEMPI DEL DISFATTISMO.

Quell’ultimo periodo passavo un terzo della giornata a lavorare, un terzo a dormire e l’ultimo terzo diviso su varie attività più o meno fondamentali alla sopravvivenza. L’alimentazione, l’igiene e la cura personale, il maldestro ma obbligato tentativo di farmi risucchiare nella sfera sociale. Di qui a prendere definitivamente atto che la vita era di un inutilità clamorosa, non ci volle molto tempo. Ma questa era solo una conferma scontata dentro il vicolo cieco che se percorso, già se ne conoscono destinazione e contenuti, e soprattutto, già è conscia l’impossibilità di trovare uno svincolo, un casello, un autogrill, una autostoppista olandese. Ero su un treno a bassa velocità ed avevo una cuccetta singola. Sotto l’intersecarsi dei due spioventi del tetto qualche buontempone aveva chiodato una tabella con scritto INRI, poi giustamente corretta in TOBY. Non mi ero portato nulla da leggere e l’unica alternativa era il paesaggio. Malauguratamente mi trovavo però sul circuito di prova, un ovale in pieno deserto dei Gobi. Completato il primo giro, stanco dei soli colori sabbia, che mi ricordavano tanto le inutili vacanze di ferragosto e il decadimento fisico sul bagnasciuga, abbassai la tendina. Era color ocra. Tenue, tendente alla sabbia. Con un pennarello ci disegnai molto stilizzato, un tipo che praticava lo sci e un alpeggio con delle mucche al pascolo. Mi sentii molto rasserenato. Disegnai un tipo segmentato, che accarezzava dolcemente uno dei bovini, sul naso umido e fumante. Distrarsi negli affetti, mi sembrava un ottimo passatempo, nell’attesa che il treno deragliasse. A quella velocità ridicola, sarebbero potuti passare anni. Sfortunatamente la Mongolia non era un paese fertile per gli atti vandalici, nonostante quello che il nomignolo avrebbe potuto far immaginare, sui suoi abitanti, a livello di pregiudizio. Cercai di corrompere degli elementi del paesaggio affinché piazzassero dei blocchi di cemento lungo le rotaie. Sul vetro appannato scrissi banali discorsi di fica e tette per catturare la loro benevolenza. Nella noia mi dimenticai di scrivere all’incontrario. Li osservavo guardarmi perplessi grattandosi il pacco e la calotta cranica ad ogni passaggio. Desistetti. L’amore mi avrebbe allettato l’attesa. Al margine della tendina oscurante, disegnai una tizia discinta ma intelligente, con i capezzoli turgidi che spuntavano da sotto una canotta leggera. Lo scopo era quello di raggiungerla ai margini della radura ed intraprendere una lunga e duratura relazione amorosa,  mantenuta ai livelli dell’innamoramento grazie a una perversa attività sessuale e ad una sopraffine intesa intellettiva. Sfortunatamente, mentre mi ingannavo al livello dell’immaginazione più superficiale in queste soluzioni di fortuna, una delle mucche parti al galoppo, per raggiungere la mia amata. Mi lasciò come ringraziamento, una torta fumante sopra le mie scarpe da tennis. Mentre la mia bella si allontanava al galoppo del mite bovino, un piacevole calore inizio a risalirmi dagli arti inferiori, lungo la schiena.

EXTRA.
L’amico Davide mi ha coinvolto in questa catena. Indicare i tre peggiori libri letti. Non ho dei titoli precisi, ma posso volentieri indicare degli autori. Sono letture a cui mi sono dedicato a inizio carriera, su consigli altrui. Da qualche parte bisogna pur iniziare. Non per denigrare nessuno, o forse si. In ogni modo adesso non leggerei sicuramente più:
 – Wilbur Smith
 – Paulo Coelho
 – Andrea De Carlo
 – Alessandro Baricco.
Passo la palla all’amico Induttivo e alla sorella Pista, se avranno piacere e voglia di continuare la catena.

9 Risposte a “DISTRAZIONI AMOROSE AI TEMPI DEL DISFATTISMO.”

  1. ma per drindindina… cos’è ‘sta novità?

    una non si può allontanare solo un attimino che questo sposta i mobili di casa…. gli uomini

    carino comunque l’arredamento nuovo…. l’architetto? fai-da-te?

    ben ritrovato

    TeS

  2. ma come Baricco? City è bellissimo,e anche Oceano mare…

    La classifica di Pista:

    1: Il piccolo principe (una palla mostruosa)

    2: Alta fedeltà di Hornby (viva la banalità)

    3: Alta fedeltà di Hornby

    4: Alta fedeltà di Hornby

    Pista

  3. …naturalmente scarpette nike rigorosamente bianche

    e sul finale la music di ‘woman like a men’, ma io ci metterei un bel punto interrogativo

    woman like a men?

    * Psicoanalisi dell’arte e della letteratura – Sigmund Freud

    una marea di boiate

    * 7 km da Gerusalemme – Pino Farinotti

    scritto malissimo

    * la rivista “Di Più” di Sandro Mayer e la rivista “Chi” Silvana Giacobini

    odiose le riviste ed i rispettivi direttori

    …questi i primi tre, ma anche tutti gli altri difficilmente torno a rileggerli eh eh 😉

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