ECCEDETE PURE CON GLI ALCOLICI MA FATEVI D’AMORE A PICCOLE DOSI.

Nel tempo avevo maturato quest’ idea. Avrei provato l’amore così come si finisce per provare la prima sbornia, la prima canna, sostanze devianti in genere; quando qualcuno te ne offre. Avevo sempre diffidato dell’amore così come delle verdure scottate in acqua bollente. Entrambi mi davano quest’ idea di molle e repentino sfibramento e dilavamento degli aspetti caratteristici ed essenziali. Pensando all’amore così come riflesso dal termine, commerciale e vacuo all’interno della coppia classica, amaro e romantico tra le pagine dei romanzi, finivo per immaginarmi come una sghemba carota bollita, abbandonata sopra una foglia di sedano nel centro di uno sproporzionato piatto bianco da ristorante. L’amore finisce per non esserti assolutamente necessario quando ti pesa prenderti cura anche di te stesso, quando, dopo quattro giorni, non trovi nessun buon motivo per raderti e metterti una camicia pulita. Viola me la passò gentilmente quanto involontariamente un amico. Era la sua ragazza ma divenne poi la mia. Me la servì su un piatto d’argento, stufandola al mio pari di silenzi e radi lampi di banalità. Era straziante vederli assieme nella loro bolla di vuoto, alzare di tanto in tanto gli occhi per incontrarsi e spaventarsi del non trovare un diverso motivo per stare insieme, che la reciproca paura della solitudine. Le persone credono di risolvere l’ormai cronica mancanza di interessi e incapacità di relazione, unendosi ad un loro simile altrettanto poco esigente.  Frequentarsi per la pura attrazione estetica è il secondo segnale della stupidità umana. Il primo è unirsi per disperazione a qualcuno pure poco attraente oltre che affatto interessante. Non feci nulla per conquistare Viola, terrorizzato come ero dall’essere risucchiato dentro quelle sabbie mobili nelle quali loro sembravano trovarsi a loro agio, un habitat naturale per paralitici. Immaginavo la libertà di cui disponevo scomparire rapidamente, i movimenti bloccati dal fango, decisioni prese in funzione di, trascinato dalla corrente come una carcassa d’albero, in balia, un’altra persona da soccorrere, di cui prendersi cura. Mi trovai una tarda notte i suoi riccioli in bocca e i suoi capezzoli appuntiti contro i miei e fu naturalmente piacevole. La fisicità permette numerosi tempi morti ai verbi, e alle parole sono consentiti grugniti, sospiri ed effusioni harmony dei quali non si ha sufficiente attenzione per vergognarsi e provare imbarazzo, se non a lunghi posteriori. La potenza e il piacere dell’orgasmo sono tali da perpetrare lo stordimento e l’annullamento della realtà oggettiva tanto a lungo da far sopravvivere la buona maggioranza dei presunti innamorati. Dove l’amplesso non arriva, o quando gli effetti del suo incantesimo svaniscono, subentra l’eterna paura della perdita, dell’abbandono, l’irragionevole diffamazione dei pregi della vita solitaria. L’amore è una droga non bandita per la quale non sono previsti, tra l’altro, centri di disintossicazione. Eppure i pericoli che ne derivano, per lo stesso individuo, sono per lo meno pari a quelli dell’abuso delle sostanze illecite. Ma cosa c’è di più illecito di affidare il riempimento dei propri vuoti, la propria salvezza, un buon motivo per la sopravvivenza ad altri non meritevoli? Il sesso con Viola cominciò a prendermi a noia non molto dopo che lo stesso avevano fatto il doverla pensare, il dover adattare i miei ritmi ai suoi, i compromessi, la limitazione degli interessi, l’obbligo di presenza, il vedersi e il sentirsi con regolarità, la sua voce muta al telefono, le sue comunicazioni tutte uguali, le gentilezze che le dovevo riservare e quanto in genere naturalmente non mi competeva, per il quale mi dovevo sforzare, cambiare d’abito. Mi chiedevo se fosse possibile instaurare un rapporto con qualcuno sulla falsa riga delle funzioni e degli utilizzi di un pulsante d’allarme sottovetro. Rompere e premere solo in caso di necessità. Era quanto cercavo, ma diversamente Viola era un segnale sonoro e luminoso perennemente attivo, che a breve  smise di attirare la mia attenzione portandomi per opposto, a trovare metodi per disattivarlo. Quando cercai di spiegarle queste mie sensazioni ovviamente non potè capire. Ma mi domando se qualcuno potrebbe.

5 Risposte a “ECCEDETE PURE CON GLI ALCOLICI MA FATEVI D’AMORE A PICCOLE DOSI.”

  1. oh …questo post è La Part maudite del pensiero razionale anzi relazionale :-))))))))) comunicare salvando interamente il significato originale credo sia praticamente impossibile

    Viola che vìola

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.