FERNANDEZ.




Che negro altamente drammatico, Fernandez!

Fuori nevica. Fiocchi grossi ma radi e sparuti. Ciabattanti reduci della giornata in spiaggia, numeri ritardatari della nevicata dell’86. 8, 15, 19, 26 73. Flemma tipica centroamericana.

Quant’è la durata media della vita di un fiocco, e soprattutto, essendo tutta un precipitare, risulta diversa da quella dell’essere umano? Nevica e ho un nero per casa. La cosa farebbe ridere se fuori il paesaggio andasse imbiancandosi. Invece no. Il tono notturno rimane dominante. Eccezioni. Certi coni di luce disegnati sulle facciate, e l’asfalto, baldanzoso con l’effetto bagnato in testa. Pallido come sono, potrei essere io ad avere problemi di mimesi, altro che battute del cazzo.

Marchiani errori di valutazione dettati da una generalizzante interpretazioni dei fatti così come resi noti, mi avevano portato all’errata convinzione che i neri fossero restii – o vaccinati – o esonerati – dall’ – all’appassionarsi a questioni di carattere sentimentale. Sentimentale nel senso dell’affetto. Avevo sempre immaginato i negri lottanti per i diritti elementari. Libertà, patria, uguaglianza, diritto al lavoro. Cose così. Una visione storica e scolastica, di navi negriere, campi di cotone, apartheid, Martin Luther King e via dicendo. Fernandez invece pensa all’amore, come e quanto non t’aspetti da un rappresentante di un popolo, che su detto campo, mi immaginavo, ad una sorta di avanguardia. Un patto di non belligeranza almeno su un fronte – il fronte principale e primordiale – semplificazione delle trame, libertinismo, sessualità molto spinta, rapporti non ossessivi, una generale e saggia leggerezza nella ricerca e nel raggiungimento del piacere e dei suoi annessi e connessi. Tanta pratica e poca fuffa insomma. L’affaire sentimentale così come interpretato dal temperamento afroamericano, mi era sempre sembrato una sorta di paradiso fiscale, rispetto alle pene dell’amor occidentalizzato. E’ incredibile, quanti granchi si possano prendere senza sapere minimamente pescare.

Fernandez, mi dice: Amico. Se avessi avuto indietro, il dieci percento delle attenzioni che ho dedicato alle donne, mi sarei probabilmente stancato della felicità.

Ah ah. Gli batto la spalla. Complimenti. Sei straordinariamente letterario Fernandez. Ma l’equità e la distribuzione dei dividendi non sono mai entrati in vigore nemmeno nel campo commerciale. Come hai potuto essere così fesso? Non hai imparato niente da Cuba?

Poi l’ho guardato che mi pareva risentito. Va’ che ci sono cascato anch’io, allora gli ho detto. Non essere l’unico cretino, a volte è altrettanto piacevole quanto essere l’unico maestro. Per questo si tende a farsi commiserare quando non si è abbastanza bravi da farsi lodare. Questa l’ho letta da qualche parte, da uno capace.

Allora Fernandez se ne esce: Ma la legge dei grandi numeri? La giustizia divina? Amico, bisogna credere in qualche cosa, no?

La madonna!Io sto facendo sempre più fatica a dialogare con questa gente che ha bisogno di scovare soluzioni e risposte alla più piccola minchiata, nel soprannaturale. Proprio ve lo devo dire. Credo mi stia venendo un caratteraccio. Se non altro per il fatto che siamo sei miliardi, dio cristo, chiedi al tuo vicino, senza scomodare il padreterno. C’è una disoccupazione infame, la gente ti risponde pure volentieri. Invece niente. Allora ho attaccato con questa tiritera qui.

Puoi credere in dio, in effetti pare più conveniente del caso, almeno a livello inconscio, gli ho detto. L’alto numero di affezionati mi dovrebbe dare ragione. Vedi. Dio è l’alternativa più plausibile all’amore terreno. Per questo le religioni continuano a funzionare. Dio è il più giustificabile dei mancati partner. Nessun rifiuto terreno, sarà mai così arrendevolmente accetto. Nessun due di picche. Nessun “esco da una storia di tre anni con un tipo”. Dio riesce sempre a far passare quella sensazione, d’avere qualcosa di più impellente da fare, o qualcuno di più meritevole o bisognoso a cui dedicarsi. Le persone si vorrebbero fidanzare Gesù, seppur in gran parte già consapevoli, del fallimento scritto in partenza. E’ la preda irraggiungibile, la bella e impossibile verso la quale ti metti l’animo in pace, da subito. Ti limiterai a guardarle il culo e quel gran bel paio di tette, dal marciapiede opposto. That is! Esto es Fernandez!Nessuna bella mulatta, reale e carnale, potrà respingere le tue attenzioni e le tue richieste, trovandoti così remissivo e ben disposto. Pensaci. Vota Jesus!

A momenti Fernandez mi molla uno scappellotto.

Maledetto pelato esistenzialista, mi dice.  

Lo schivo e mi metto in posizione di guardia, saltello sulle punte e lo invito ad alzarsi. Ma lui versa un altro goccio di quel suo rum che ha portato dalla Avana e mi fa: il giorno in cui vedrai Carmencita, te lo scordi il tuo cinismo da letterato. Ti squagli come le granite sul muretto del Malecon e allora ti darò un gran calcio nel culo.

E’ un fenomeno da non crederci, questo ragazzo.

Fernando, gli dico. Sei un vero Pedro Juan, ma col pisellone sensibile. E’ una gran complicazione, bella sfortuna ti è toccata.

Poi mi sono seduto a mia volta e siamo rimasti in due, alquanto intristiti ed induriti dagli eventi, e tutto li.

Una risposta a “FERNANDEZ.”

  1. Hola sior hombre Mart :)))

    pur induriti dagli eventi si torma su queste spiagge come testardi copodogli, immobili osservatori.

    vado subito al lato flickeriano (a togliere anche li un po' di ragnatele) per apprezzare l'estro alla barthes… bon, visti i tempi, non ho ancora deciso se mi darò alla salsa, alla rumba..o giustamente alla tromba…

    un saluto anche al sior fernandez 😉

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