FRAGILE NELL'ARIA, BOLLA DI SAPONE.

Martedì sera era travestito da weekend.


Musica e voci dialoganti e silenzi osservatori e tintinnare di calici e bicchieri si scambiavano di piano, tono e scena, salendo alternativamente sulla scala acustica dei miei pensieri.


In realtà ero ancora fisicamente in casa, rasato di fresco e avvolto dei vapori caldi del lungo bagno, come coricato a faccia in su e braccia e gambe spalancate, su una nuvola bianca e pomposa, di quelle che di solito si vedono stanche della loro massa, trascinarsi all’orizzonte.


Giravo per i corridoi di casa e seduto a tratti sul tavolo di cucina a un metro dalla tv, dentro i pantaloni di cotone a raffreddarmi un pò.


In realtà ero già mentalmente fuori casa da un bel pezzo. Ore. Vedevo la mia serata scorrere, osservata attraverso il fondo rosso barocco di un calice di vino.


In realtà, quella vera, è che stavo ancora aspettando dai compagni di merende, le coordinate dell’uscita.


Che tardavano ad arrivare. E la cosa cominciava a preoccuparmi. Un filo di tensione negativa. Per queste cose ho una certa afferrata premonizione. Negativismo di base.


Magari sarà solo svogliatezza, routine. Vedrai che ora chiamano. Si, si, ora chiamano. Cazzo se chiamano.


E invece hanno suonato alla porta.


Mai aprire senza chiedere. E infatti ho aperto senza chiedere.


Era la VITA.


(cazzo vorrà?)


Travestita a settori sconnessi, delle sembianze tra loro distanti dei miei quattro amici. Capello grigio scomposto di F., occhiale retrò di F2., sorriso sereno rassegnato di T., fisico trascinato molle lagnoso di W.


Le ho sbattuto la porta in faccia.


Dopo averla ascoltata.


A volte so essere estremamente scortese.


Vi chiederete –Bhe, su, che voleva.?


Vi dirò, niente di che, era solo passata a darmi una strigliatina. Un pugno (leggero)nell’occhio. No. Forse più una ginocchiata nella coscia. Di quelle che fanno molto male subito, ma poi passano.


Era passata a ricordarmi.


A ricordarmi com’è la VITA.


La MIA vita normalmente media si intende.


 



In effetti questo periodo non me la sto passando affatto male.


Sono fuori standard.


 



Ho un paio di amichette che mi sommergono di sms. Vabbè dirai, questo periodo sono gratis. – Hei amico, stai calmo, non mi smontare, non si può avere tutto… dalla vita. E poi mi fanno sentire un filo desiderato, anche sessualmente appetibile magari (Bhe..su quello ci fantastico un pò).


Ho dell’alcool e quattro amici e nei weekend, ci passiamo dei bei momenti.


Ho una discreta forma fisica. Il mio pettorale in palestra è molto apprezzato. E invidiato. Vabbe, dagli uomini.


E poi ho una novità.


Ultimamente mi capita che, senti senti che novità, entro in un locale e delle ragazze mi guardano. Dico, si girano a guardarmi. Cazzo li per li mi fa una gran paura. Penso sempre di avere qualcosa che non va. La patta slacciata, una bomba di piccione in testa, una finestra centrale dei denti, un brufolo enorme sul naso. Ecco, ci sono..cazzo..sono uscito in pigiama!!


E invece no amico…sono tutto apposto, lavato, stirato e in gran ordine. E che guardino pure, allora.



Non dire – tutto qua – ora!


..tu non sai qual è lo standard di partenza.


Tu non sai qual è la rotta solita sulla quale normalmente navigo.


Dai retta a me.


In effetti questo periodo non me la sto passando affatto male.


Sto viaggiando all’interno di una bolla di sapone di felicità che si è creata dal niente e okkey, cosi come si è creata improvvisa, può anche esplodere. Improvvisa.


A pensarci, spero di non essere ad una quota troppo alta, quando succederà. Cristo, non ho voglia di spiaccicarmi al suolo di nuovo.


 



Ritorniamo a noi.


Insomma, quella fottutissima VITA che fa?


Viene ti suona al campanello, erano anche le 9 di sera dico, le apri pure, e che fa? Che ti fa? Cerca di bucarti la bolla! Cazzo dico, ma che ti passa per la testa amica..ero in verticale, allo zenit, quota diecimila piedi.


Ero in pieno viaggio, mi ero allineato e veleggiavo di pilota automatico.


Vedi questa poi, si presenta a casa tua sotto forma di quattro su quattro amici che ti danno buca contemporaneamente la stessa sera, (mentre sei già praticamente fuori in ballo tra l’altro) e cerca di buttarti giu.


Così senza preavviso.


Mentre stavo in prima classe, film nello schienale della poltroncina, vino d’annata e cibo d’alta classe fumante sul carrello della hostess.


Dico, mi vuoi vedere morto?



E’ andata di gran lusso per fortuna.


L’attacco è stato abbastanza forte, ma forse lo annusavo lieve nell’aria in sottofondo e avevo sguinzagliato inconsapevole, gia gli anticorpi in circolo.


Cosi la bolla si è solo sgonfiata. Ho perso anche quota, ho visto le luci delle città, le montagne innevate e i quadrati regolari dei terreni coltivati della vita standard, avvicinarsi, farsi sempre più nitidi.


Ma poi mi sono stabilizzato.


Era solo un vuoto d’aria.


Bello spavento comunque.


 



Hei vita, senti un po. Io giù non ci torno.


 



Ieri ho rigonfiato la mia bolla, qualche atmosfera soltanto. Quel tanto da risalire sopra le nuvole.


E ti dico… stamattina il sole era bello caldo.


Filtrava particelle calde e colori dell’iride, attraverso la parete imbrattata della bolla.

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