IL CIELO E’ BLU SOPRA LE NUVOLE MA SOTTO LE MUTANDE BUIO PESTO.

Era un periodo del cazzo come un altro. I preti continuavano a credere e a convincerci che bastasse pregare per risolvere le faccende. Soprattutto quelle che prevedevano una larga fuoriuscita di dolore. Pregavano per nipotine stuprate, per giovani schiantati in macchina, per famigliole rapinate in villa, per assassini improvvisati e vittime colte di sorpresa sulla tazza. Per la pace nel mondo, per la fame nel mondo, contro la guerra e contro le ingiustizie. Continuavano a pregare, le cose non cambiavano, li vedevo sempre belli grassi, le guance paffute, la pelle vellutata. L’espressione beata e beota. Un po’ come la mia quando ho la faccia affondata fra un bel paio di tette.
Voi non vi sareste un tantino insospettiti?
A me successe quando raggiunsi finalmente l’età dell’indipendenza. Databile nel giorno in cui sfogliai la mia prima rivista porno. Mi tolsi quel gran peso di dosso, ero in ritardo di una decina d’anni ma ce l’avevo fatta. Propinai a me stesso una scusa che potesse sembrare accettabile.
:-Scusa. Ho trovato traffico.
Poi, con una certezza che mi riempiva il corpo meglio di qualsiasi pasto abbondante, corsi a casa e dissi a mia madre.
:-Non ci vado più alla messa. Dio non esiste.
Ricordo che continuò ad affettare le zucchine, tenendo la testa bassa sopra il tagliere, stesso ritmo del coltello, una freddezza ostentata che sapevo del tutto irreale. Quell’inutile vegetale verdastro stava in realtà subendo gli affondi della lama al posto mio. Non mi dispiaceva affatto. Ma quella mancanza di confronto mi annoiava. Mi sentivo pronto per chiarire le mie posizioni e contavo di farle valere se non accettare come corrette. Fu tutto inutile. Rimasi in piedi ad osservare tanto per osservare,  come se quegli spazi mi fossero sconosciuti e il locale mi roteasse lento attorno come un espositore. Alla fine me la filai fischiettando in camera. Erano le cinque del pomeriggio e ci rimasi fino alle nove. Non fui chiamato a cena e quando uscii spinto dai morsi della fame in cerca di cibo, trovai tutto spento, sparecchiato e silenzioso. Erano tutti a dormire. Mi mossi al buio in cerca dell’anta del frigorifero ma picchiai con l’alluce nudo contro la gamba di una sedia mal riposta. Si sentì un rumore secco di giunture ossee e cartilagini e in successiva sequenza la base del mio pugno destro che colpiva la superficie del tavolo massiccio, producendo un rumore davvero flebile. Mi resi conto di provare più dolore alla mano che al piede e rimasi come accasciato contro lo schienale della sedia, in attesa di regolarizzare il respiro interrotto e ripristinare le procedure organiche di norma.  Ricordo anche chiaramente che di fronte a tutto quel dolore non mi venne assolutamente in mente di pregare.
Sbagliai?
Passò qualche minuto prima che riuscissi a riprendere una posizione del tutto eretta e che facessi il primo tentativo di appoggiare il piede a terra. La cucina era ancora al buio. L’illuminazione stradale esterna penetrava attraverso la tenda e illuminava l’incontro di due pareti all’angolo e la porta che dava sul corridoio. Sopra, un crocifisso minuscolo dipinto in stile bizantino, era intrecciato ad alcuni ramoscelli d’ulivo.
Ovunque proteggimi.

6 Risposte a “IL CIELO E’ BLU SOPRA LE NUVOLE MA SOTTO LE MUTANDE BUIO PESTO.”

  1. mia madre di ritorno dalla confessione genitoriale pre comunione (la mia) disse più o meno: mi hanno chiesto se facciamo sesso con il preservativo. e io li ho mandati affanculo!

    il che la dice lunga 😉

    (sono qui)

  2. una dichiarazione simile l’ho fatta anch’io mentre mia madre cucinava e mi dava di spalle. il suo unico confronto è stato ” non potevi darmi delusione più grande”. la mia risposta è stata “la grande delusione sta nel prendere le cose senza mai porsi il problema di sentirle”. e ancora oggi è motivo di discussione, ma almeno si sente qualcosa di vero. a presto Mart

  3. ‘Giorno Mart

    tra un po’ in canonica, alla catechesi si recita il rosario del nuovissimo concilio …..non far tardi :))

    Ho sassi nelle scarpe

    e polvere sul cuore,

    freddo nel sole

    e non bastan le parole.

    Mi spiace se ho peccato,

    mi spiace se ho sbagliato.

    Se non ci sono stato,

    se non sono tornato.

    Ma ancora proteggi la grazia del mio cuore,

    adesso e per quando tornerà il tempo…

    Il tempo per partire,

    il tempo di restare,

    il tempo di lasciare,

    il tempo di abbracciare.

    In ricchezza e in fortuna,

    in pena e in povertà,

    nella gioia e nel clamore,

    nel lutto e nel dolore,

    nel freddo e nel sole,

    nel sonno e nell’amore.

    Ovunque proteggi la grazia del mio cuore.

    Ovunque proteggi la grazia del tuo cuore.

    Ovunque proteggi, proteggimi nel male.

    Ovunque proteggi la grazie del tuo cuore.

    Sic transit gloria mundi, mundus transit et concupiscentia eius …adesso mi sento mooolto piu beoto che beato… beh mancherebbe il distico di Alfano :))))))))))))

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