IL TORMENTONE DELL'ESTATE.

Gesù! La mia mente è ostaggio di sessualità inespressa. Nuvole post temporalesche sbuffano dal fondo della vallata come da un treno a vapore. Tu-tuu! Pistoni che macinano chilometri e manco una fermata. Agli orizzonti due funghi atomici trafitti da lame di luce. Dietro? Il mare, l’oceano, la fine. I nostri parlamentari organizzano festini con fiche e coca. Nostalgia della moglie, vecchia e lontana, mi mancano i miei figli. Ho un erezione continua da potere e falsità da abbattere. Vigliacchi. Abbiamo gli stessi gusti, ma diverse libertà. La mia mente è ostaggio di un Gesù giovanile. Datemi un esorcista. Datemi immoralità. Un verdone e una mignotta. Cristo. Non sono piromani, è l’inferno.

La vita qui è essenzialmente noia. Il tedio esistenziale. Quando si diviene troppo lucidi e solitari, una vacanza è ciò che non ci vuole. Troppo tempo a disposizione, il rischio di sfiancarsi di senso evidente. Distrarsi è un attività per cui ci vuole predisposizione. L’amore è la distrazione principe, ma è necessario un castello, non una landa desolata. Le ragazze interessanti sono indisponibili. Hanno la lingua corta e giustamente impegnata a lenire guance sanguinanti. Le puttanelle hanno bocche voraci e labbra vischiose, ma perennemente occupate. Il lavoro è un attività necessaria per la sopravvivenza psichica più che fisica. Il lavoro è distacco temporaneo dalla realtà necessario per la sua perpetrazione dolorosa. Gesù, la mia mente è ostaggio di realismo purissimo. Sono bisognoso. Di essere tagliato. Lenito. In vacanza mi cospargerò di talco, per provare.
Alla prossima.

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