(INTRO.) L’ASSASSINO HA VITA FACILE.

Ho un disperato bisogno di parlare con qualcuno. Ma gli altri non sembrano nutrire questa stessa necessità nei miei confronti. D’altronde li posso anche capire. Perché dedicare del tempo a qualcuno quando lo puoi sprecare ugualmente con te stesso?

In ogni modo mi allontano verso un angolo appartato e mi controllo l’alito contro il palmo della mano. Devo perfezionare questa tecnica perché al solito, il mio olfatto non rileva nessun segno di attività batteriologica da decomposizione, all’interno del cavo orale. Mi rassicuro che è tutto ok. Ho un alimentazione sana ed equilibrata, ho passato il filo interdentale, ho lavato i denti con un dentifricio sbiancante, spazzolato la lingua con il retro della testina e fatto gli sciacqui con un fortissimo collutorio alla menta. Torno sui miei passi in cerca di una vittima.  Sei OK ragazzo. Sei OK, stai tranquillo. Sandra è la nuova batterista dei Parents Causins, nonché  a quanto pare, la fidanzata del cantante. Di conseguenza è ormai amica del mio presunto migliore amico, che del gruppo è il chitarrista, nonché cugino del cantante. Federico Dipendente viene dal sottoscritto considerato il presunto miglior amico solamente perché non credo di riuscire a raggiungere con lui, e tantomeno con la restante gente che attualmente frequento, l’intensità di sentimento amicizia, che lo standard del migliore amico prevedrebbe. Per diversità mentali, di approccio o forse per una certa resistenza e reticenza ai profili maschili entro una certa distanza psichica che temo di avere. Suppongo che un miglior amico dovrebbe. E anche. E inoltre. E soprattutto. Invece nulla di tutto questo. Di qui la presunzione. Nel senso di qualcosa che si approssima, rimanendone comunque alquanto lontano. Ma forse è colpa mia. Entro il metro di vicinanza scatta l’allarme e mi si abbassano le serrande. Le ragazze non mi fanno quest’effetto grazie a dio. Riesco a lasciarmi andare più facilmente. Peccato in questo momento la più vicina si trovi su Marte. Disguidi dell’era internettiana.

Considerato che la serata è a tema musicale, – ci sono dei gruppi locali che si alternano su un palco all’aperto e dentro e fuori il locale un tot di loro supporters con le magliette metal dalle scritte sanguinolente che pascolano, grugnendo di tanto in tanto degli strani idiomi – , penso che puntare sull’argomento mi possa dare una qualche possibilità di dialogo umano.

Al di la dei recenti più frequenti contatti causati dalle evoluzioni dell’ultimo periodo, vedevo comunque Sandra in giro da una vita. Non potrebbe essere altrimenti nel ristretto e limitato microcosmo che la vita nella vallata rappresenta. Prima o poi sei costretto a passare attraverso tutti, ma fortunatamente la consistenza è spesso impalpabile e il contatto risulta agevole se non impercettibile.

:-Come sei messa a cd dei Marlene?, le chiedo.

Ha sul volto un espressione bianca più stanca e indolente del solito e nella postura trovo confermata la sensazione che per lei sin ora la vita, abbia avuto un peso sin troppo eccessivo.

:-Credo di averli ormai tutti, aggiungo speranzoso di riscuotere il suo entusiasmo.

:-O-t-t-i-mo, mi fa, ma la sua disponibilità di linguaggio non sembra poter andare oltre.

:-Ma tu tipo, quale è che avevi che non ricordo?, provo ad insistere prospettandole di passarle semmai qualcosa.

:-Ho gli stessi dell’altra volta, più quello con la copertina arancione. Mi concede quest’ultima cortesia nella riposta così come si passerebbe una dose di borotalco a un tossico in astinenza.

L’effetto placebo funziona, ho entusiasmo, spero contagiante.

:-P-e-r-f-e-t-t-o, adesso non manca altro che ci concedano un concerto ad una distanza accessibile, aggiungo, cercando un consenso e distribuendo certezze.

:-Hai visto i biglietti del matrimonio?, mi fa, con un timbro di voce come rivolto ad un altro interlocutore che non vedo nelle vicinanze. Mi guardo attorno, la osservo perplesso, mi ritraggo di un passo come per mettere a fuoco. Il concetto. Faccio un istantaneo rewind del nastro con gli ultimi scambi di battute alla disperata ricerca di una connessione logica tra domanda e risposta.

:-C-c-come scusa?, le chiedo del tutto spiazzato.

:- I biglietti di invito al matrimonio di tua sorella -, mi risponde, come se fosse la cosa più scontata del mondo. Suppongo aggiunga mentalmente anche. Idiota.

:-F-I-C-H-I, F-I-C-H-I davvero, le dico deluso.

Ed entrambi ci allontaniamo.

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