LA POSIZIONE DELLA PECORELLA SMARRITA. (SCENEGGIATURA per CORTOMETRAGGIO – parte 1)

Scena 1.
Notte. Interno abitacolo di un veicolo in movimento. Luogo: strada di mezza montagna che risale dal fondovalle verso un abitato, visibile, illuminato, più in alto. Asfalto lucido di resti pioggia, cielo nero stellato, luna piena sproporzionata si riflette come un faro sotto rade nuvole piatte in fuga. Punto di vista; dal guidatore attraverso i cristalli. Attenzione. E’ necessaria un immagine molto nitida con contrasto massimo fra i toni scuri e le parti luminose. Scena; c’è dell’audio a volume molto alto. Una canzone (In The Flat Field – Bauhaus). Inquadrare il display dell’autoradio. Il guidatore è apparentemente di buon umore. Sembra carico. Batte il tempo – fuori tempo – con la mano destra sopra il volante. Tenta di cantare in un inglese molto sommario alcune strofe. Decisamente stonato, timbro pesante, evidente cadenza territoriale. La guida risulta imprecisa; il veicolo invade la carreggiata opposta più volte, rientra con brusche manovre.
Scena 2.
Dopo un tornante, la vista si apre verso l’alto, seguire con la telecamera il movimento della visuale del guidatore; si affaccia sporgendosi in avanti al parabrezza. Vista: Un borgo di mezza montagna appoggiato sopra un pendio molto inclinato. Sul pendio piccoli terrazzamenti coltivati ad orto. Illuminazione: lunare. Il fronte delle abitazioni è illuminato artificialmente con illuminazione pubblica – lampade arancio. Alcuni fari posti alla base degli edifici, ne slanciano il prospetto verso l’alto. Precauzione. Insistere con le inquadrature verso il lato destro del paese: edifici non recuperati, corrono uno affiancato all’alto come in un muro di cinta. Molte finestre ma di dimensioni ridotte ai piani alti. Stile d’edificazione d’inizio secolo: muratura in pietra o intonaci di calce. L’idea deve essere quella di un paese addormentato, quasi abbandonato, abitato prevalentemente da vecchi. Eseguire uno zoom molto accentuato su tutte le finestre dell’ultimo piano (illuminate) di quello che sembra un palazzo borghese. Le ante d’oscuro (pericolanti) si devono chiudere velocemente (sbattendo, misteriosamente senza apparente intervento umano) ogni qualvolta lo zoom arriva sulla finestra per violarne la privacy. Tornare nell’abitacolo. Un tornante. Inquadrare lungo il muro di contenimento in pietra le scritte a spray o calce delle coscrizioni. (es. W 68, W 73…)
Scena 3.
Inquadrare dall’interno del veicolo sopra la strada sulla destra la parte emergente della chiesa. Insistere sul campanile. Sono necessari dei toni di colore e di luce caldissimi. Zoommare sull’orologio fino a inquadrare nel centro del quadrante una scritta in caratteri romanici (evidentemente sbagliata) che recita IN GOLD WE BELIVE. Attenzione: è necessario sfuocare l’immagine del campanile fino a far apparire (elaborazione al pc) al suo posto un enorme telecomando di un qualsiasi apparecchio tv. Inquadrare la luce rossa dello stand by lampeggiante fino a provocare un effetto ipnotico.
Scena 4.
Tornare all’interno del veicolo che si ferma rallentando prima di un attraversamento pedonale. Ci troviamo sotto il paese nei pressi dell’innesto con una stretta e ripidissima strada che attraverso gli orti precipita dal paese soprastante. Inquadrare per un attimo il canale della fognatura a cielo aperto e la tubazione quasi prosciugata che sembrava alimentarlo un tempo. Inquadrare il vecchio rustico e la luna (enorme!) attraverso i rami di un grosso melo. Particolare delle centinaia di mele che marciscono in mezzo all’erba cortissima e alle foglie secche. Il veicolo si ferma. La musica continua. Il guidatore che deve sembrare avvezzo a queste situazioni, si appoggia contro il volante in paziente attesa. Dal suo punto di vista l’immagine è fissa per numerosi secondi sull’imbocco della strada minore. Finalmente da destra arriva con somma pazienza un riccio (animale) che inizia ad attraversare la sede stradale sulle strisce pedonali (bianchissime, appena verniciate). Arrivato circa a metà il suo sguardo sembra incrociare (guarda verso la camera) quello de guidatore. 5 secondi di immagine fissa. Poi il riccio si avvolge (a riccio) e rotola via a fianco del veicolo. Il guidatore lo segue con lo sguardo dal vetro laterale rotolare verso il basso sull’altra corsia. La strada è in pendenza.
Scena 5.
Il veicolo riparte a sobbalzi. Il guidatore deve sembrare insaziabile d’osservazione. Continui campi lunghi seguendo la rotazione della testa. Poi attraverso il tettuccio apribile in vetro il guidatore deve sembrar osservare il lampeggiare luminoso di un aereo di linea. Eseguire uno zoom attraverso il lunotto fino ad arrivare a visualizzare la sagoma dell’aeromobile; chiudere ancora sugli oblò (luminosissimi) e sbirciare all’interno.
Inserto.
Dentro l’aereo,  degli anziani (sembrano nordici/britannici) in abiti da sera pastello in un ambiente eccessivamente chiaro (gli spazi sono quelli di un salotto da circolo) sorseggiano champagne, discorrendo allegri e frizzanti (per la loro età), probabilmente diretti verso una qualche metà turistica. I dialoghi sono in inglese: sottotitoli. Alcune scene surreali molto veloci. Esempio. Un nonnetto decrepito vestito da surfista mostra ai vicini gesticolando con le braccia alcune evoluzioni che realizzerà dal vivo appena arrivato.  Mostra la sua tavola con attaccata la dentiera di uno squalo. Un ottantenne magrissima quasi rinsecchita vestita come una teenager si passa lascivamente la lingua fra le labbra e la mano fra le cosce all’arrivo di uno steward (decisamente belloccio). Un ulteriore anziano apre un finestrino e sputa divertito su quella che sembra un autostrada sottostante.  Applausi. Il cameo si chiude con l’inquadratura di un gruppo di ulteriori viaggiatori, evidentemente i più intellettuali: al termine di una discussione non chiara ( già iniziata) uno dei tizi se ne esce con una battuta terribile sul papa. Tutto l’aereo inizia a contorcersi dalle risate (compresi i piloti),  i viaggiatori non riescono più a controllarsi, si rotolano sul pavimento, mandano in frantumi calici e bottiglie, si abbracciano sfiniti sul pavimento, si danno violentissime pacche sulle spalle. Il nonno surfista si piscia nei pantaloni per il troppo ridere. Le risate continuano sempre più forti, l’aereo privo di controllo perde quota ma nessuno sembra curarsene. Il pilota vede fuori dall’oblò la terra avvicinarsi e si mette a ridere ancora più forte. Con le risate che sfumano in sottofondo la telecamera abbandona la vista interna all’aereo e torna nell’abitacolo della macchina ferma ad un altro attraversamento pedonale. Si vede il guidatore seguire una scia luminosa che attraversa il cielo e va ad esplodere contro una montagna all’orizzonte. (era evidentemente l’aereo).
Scena 6.
Altro attraversamento pedonale, questa volta siamo nei pressi della periferia del paese. Qualche villetta di nuova edificazione, una torretta di avvistamento del 1800 in rovina sulla sinistra, delle coltivazioni di piccoli frutti. Inquadrare la berlina parcheggiata nel cortile del villino. Zommare sul poderoso escremento d’uccello che sta sul vetro posteriore. Si ripete la scena precedente. Il guidatore arresta il veicolo e attende paziente. La canzone continua a suonare, lui segue il ritmo con la testa. La telecamera oscilla a tempo. Da una stradina sterrata sulla destra ecco arrivare finalmente qualcuno. E’ Babbo Natale. Vestito di tutto punto, ha un aria arrendevolissima e mesta, cammina a testa bassa con le mani affondate nei pantaloni. (deve sembrare uno con le pive nel sacco) Ai piedi calza delle scarpe da tennis decisamente fuori luogo per il suo vestiario e mentre attraversa senza assicurarsi del traffico, accompagna a calci una lattina schiacciata di coca cola. Imprevedibilmente una volta attraversata la sede stradale non si arresta ma continua ( in trance?-  distratto?) lungo la stessa direzione finendo dentro una profonda scarpata boscosa. Si sente un urlo e rumore di ruzzoloni (finti) tipico dei film comici. Il guidatore non riparte ma continua ad attendere come fosse conscio dell’arrivo di qualcun altro. Difatti di li a poco si intravede arrivare qualcuno (di soppiatto).Questo qualcuno tentenna dietro un cespuglio poi eccolo arrivare a piccoli passi furtivi (sulle punte come un ballerino  – scena molto comica, ci devono essere delle risate finte) sul ciglio della strada. Indossa una tunica bianchissima quasi accecante, (accentuare il colore e la differenza fra l’illuminazione dei fari dell’automobile proiettata sulle strisce e il bagliore della tunica) capelli lunghi e barba incolta. E’ Gesù. L’attore si deve guardare attorno guardingo come a verificare che non vi sia alcuna presenza. Come se non notasse l’automobile ferma. E una volta sicuro sgattaiolare attraverso la sede stradale e oltre con lunghi balzi felini. Anche lui inspiegabilmente deve scomparire maldestramente dentro la scarpata. Ahhhh! Urlo. Ruzzoloni.
Scena 7 e seguenti.
Coming soon.

4 Risposte a “LA POSIZIONE DELLA PECORELLA SMARRITA. (SCENEGGIATURA per CORTOMETRAGGIO – parte 1)”

  1. Ho girato e condiviso nel blog il cortometraggio “Non ho dormito mai”, se ti va e sei curioso o se hai 5.03 minuti in cui non sai che fare, vieni a dare una piccola occhiata. Ciao e grazie, scusa l’eventuale disturbo.

    Caro “collega”…..

  2. Secondo me dovrebbe essere Gesù però a fare la battuta sul Papa 😉

    P.S.

    Pure io rimango stupefatto di fronte ad nu bel paio di tette, ma quella è la stupefazione di fornte all’opera divina! 😀

  3. …applausi musica e titoli di coda 😉

    surrealista è troppo accecante e realista è molto riduttivo per via della pecorella. Poderosa cinepresa questa sua mano scrivente…

    ‘giorno Maestro Mart

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