L'AMORE PER CHI NON CE LO HA, SECONDO CHI NON CE LO HA.




Da quando non li esco più – o perlomeno ora la cosa succede molto più raramente di prima – Fanasca e Villoni hanno ripreso a frequentare i night club con una certa costanza. La loro capacità di comunicazione si esaurisce entro la prima ora di un programma che prevedrebbe quattro atti senza intervallo. Vota la lista “L’Alternativa”. Alle ventitre il gallo canta e Pietro tradisce per la terza volta. Fanasca col prurito nervoso tra le dita interroga un costantemente silenzioso Villoni. Villoni che facciamo? (Cenno d’intesa. Stringersi le spalle. L’abbiamo perso dottore) Seguite l’insegna luminosa re magi. Entrambi, questa è la novità, sono al seguito di una tizia. Una sorta di relazione fissa, più probabile semplicemente una fissa. Per i non esperti del settore si deve precisare che la fedeltà, al circolo della notte, non è la prerogativa. Per lavoro e per sfizio, vi è una decisa e doverosa alternanza di partners, alle penombre dei divanetti. Indipendentemente che la si guardi dal punto di vista del cliente o dell’impiegata. Non è certo il posto più adatto dove andare a lenirsi il cuore, la tana dei velluti: gli amici ci stanno loro malgrado provando.

Verso i trentadue e dopo trentadue nulla di fatto, la portata della frutta non passa per la più salutare, ma per la drammaticamente ultima. Le ragazze del night club sono metrò per la salvezza senza controllore. Corse frequenti, un binario comodo in partenza, niente arrivi nella stantia periferia. Disabituato agli affetti, la sincerità sentimentale diventa caviale. Inizia a piacerti anche una tonalità ocra: puoi sempre dire che era rosso porpora e ti è finito in lavatrice. Ma chi siamo noi per giudicare? Un cuore di panna, uno stecco di morale, incappucciati dentro un freezer vicino a delle patatine per friggitrice. natia e ti è finito in lavatrice.

Fanasca frequenta la stessa tizia dell’est da mesi, anche al di fuori del normale – di lei – ambito lavorativo. Mi racconta: Usciamo a cena – pago io – prima che lei inizi verso le dieci e mezzo. Un pasto frugale, poi la accompagno al locale. Lei si prepara, facciamo un privè. Pagato extra. Le offro da bere. Poi altri clienti richiedono le sue attenzioni. Nel frattempo io tento di rifiutare le proposte delle altre colleghe. Dura la monogamia. A volte aspetto che si liberi per altre chiacchiere. Certe storie di sua madre, una noia. Altre volte a mezzanotte sono a letto. Nessuna promessa di sesso. Solite palpatine, una pomiciata; come con gli altri clienti. Chiedo e non mi è dato. Mi ha detto che non so amare. Non le ho comprato il cellulare nuovo.

Favole d’amore moderno con finale non polifonico. Da notare la presenza del corretto quantitativo di aspetti economici.

Villoni invece, ha ritrovato la sua Ingrid. Precaria di notti nebbiose delle pure terre padane, è ritornata in montagna in cerca di maggior fortuna. Clienti speciali da una regione a statuto speciale. Passano costosissime ore a chiacchiere, lei sulle sue ginocchia, lui sulle ginocchia degli acari del divanetto. Non si riescono a immaginare i suoi argomenti, considerata la sua non propensione alla loquacità. Probabile Ingrid sia davvero paziente, forse taciturna a sua volta. Facile se la cavi con qualche soffiatina nell’orecchio, con storie romanzate dall’Ucraina. Sterminate pianure di grano fluorescente, vecchi pericolanti cartelli della propaganda, un villaggio sperduto. Una ragazza pallida sogna l’Europa.  L’Europa sogna ragazze pallide ma con seni abbondanti. Su una finestra appannata da cavolo messo a bollire qualcuno ha disegnato la soluzione.

Fanasca l’avvezzo umilia Villoni il sognatore. Villoni incassa. Non è ancora riuscito ad avere il numero del portatile. Valeriana diversamente chiama al lavoro Fanasca, quando si sveglia a metà pomeriggio. Il fatto ha una certa propensione statistica ad accadere quando i clienti scarseggiano. Ma sono solo numeri ed illazioni, l’amore non è matematico. E’ romanzo, e forse è peggio. Tenerezza, crosticine all’angolo degli occhi, pale gommate e grasso lubrificante. In una scala del tutto personale dal corso brevissimo che non viola il fatidico limite della verginità, la telefonata corrisponde al terzo coito settimanale dell’uomo medio.

Ballerine colombiane con vere caldaie a pallets fra le cosce, vecchi professionisti habitué, un dj triste, sale vuote, sentori di recessione negli stivali di pelle al polpaccio. Ma per gli amici sempre saldi finali a troppi zeri. E due cubane che per ottanta euro e un passaggio a casa. Eh si.

Ti davano la buonanotte. Con ingoio dei pensieri.

(Ascolto. Deglutisco un boccone amaro.)

3 Risposte a “L'AMORE PER CHI NON CE LO HA, SECONDO CHI NON CE LO HA.”

  1. …tertium non datur… questo popolo della notte da te descritto vive una perfetta oggettivazione dei rapporti umani a tutti i livelli.

    Ogni rapporto, dialogo, relazione è l’eliminazione di una tinta, di un colore, di un abbozzo ad una qualsivoglia personalità. Tutto è sacrificato in nome di un presumibile bisogno da ostentare per riempire la lacuna della disillusione romantica. Solo sesso come atto disinteressato di un rapporto……in attesa di un’antologia, vado bene come critico letterario?!? :-)))

    Saluti carissimo Mart

    ps. ho in prestisto il diario di Herzog, di cui guardacaso, ne avevo avuto notizie proprio qui da te.

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