L'ANNOSA QUESTIONE DEI RAPPORTI FRA DIRETTORE ED EDITORE.

Nel tempo ho commesso l’errore di segnalare questo spazio alle persone che ora, nel periodo in cui le scene narrabili della vita si fanno via via più rarefatte, ne potrebbero essere le uniche protagoniste. Comparse, scenari di fondo su cui muoversi, sceneggiatori, produttori soprattutto. Questo comporta un deciso imbarazzo nel. La possibilità di accedere a questa poco celata autobiografia in corso, mi è sempre parsa una concessione da farsi con cautela e parsimonia. Ma parzialmente certo di quest’arte, non ho potuto resistere alla vanità di mostrare una qualche dote. Con poca meno titubanza, si sa, si finisce diversamente per selezionare le persone di cui circondarsi. Con una certa decisione e celerità, o perlomeno, per il sottoscritto è stato frequente così: una sorta di raffinare lo zucchero senza passare per la pianta, con maglie selettive e trame strette, sin dalla partenza. Ci si trova quindi, dentro gli anni trenta, con un nugolo sempre più ristretto di persone attorno. E’ il garantirsi sere d’estate all’aperto, quiete. Pochi fastidi, un soffuso ronzio di tanto in tanto, poche ombre volteggianti ingigantite da una candela sotto vetro, sulla parete di fondo. Quando i fatti da raccontare rischiano di essere esclusiva dei protagonisti degli accadimenti stessi, la liberta d’espressione del narratore, arrossisce e tentenna. Pudore contro franchezza. Non rimane forse, che attendere d’invecchiare, augurandosi di mantenere una buona memoria, e che il tempo –  non mancherà di certo – perseguisca il suo fine principale, il farci allontanare nuovamente.

2 Risposte a “L'ANNOSA QUESTIONE DEI RAPPORTI FRA DIRETTORE ED EDITORE.”

  1. Il quadro c'è. Sono sempre una gran bellezza, e tu lo sai. L'inquietudine mi governa, ed è questo, forse, a rendermi vanitosa. Questo continua a farmi scrivere qualcosa. Questo continua a farmi scappare e tornare.
    E venire qui, e per la prima volta pormi le stesse domande tue.

  2. …anche qui, in questo post, il tempo tesse le sue trame e anche qui il tempo è parte integrante del nostro linguaggio…passato, presente e futuro è la ormai consueta struttura con cui affrontiamo la vita. La nostra volubilità ci porta a spostare di volta in volta l'attenzione su uno di questi tre aspetti, così da essere malinconici, incazzati, positivisti…etc

    è vero Mart, ogni tanto riaffioriamo, resistiamo forse per abitudine o forse per quell'impulso che improvvisamente irrompe e fa si che si diventi editori di se stessi

    naturalmente i miei più ossequisi saluti …e buona resistenza ;)) anche se le castagne un buon vino  e i cavedani ci aspettano fuori dai pixel 

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