LE SOLUZIONI NEL PROSSIMO NUMERO.

Il contrario di imperfezione? Amore, suggerì lui. Ma è valida solo per qualche momento, tenne subito a precisare. Lei lo guardò, null’affatto stupita ed emise un sorriso nasale, come a dire, sentiamola questa. Sapeva che c’era sempre qualcosa di buono nelle parole di lui, celato, ma solo per gli ottusi, anche dietro la più banale delle affermazioni. Smise di fare, quello che stava facendo e si volto verso di lui, accomodando braccia e gambe, come uno spettatore dirimpetto al palco. Non gli piaceva essere interrotto mentre leggeva, ma c’erano troppe cose che non gli piacevano e così a volte, concedeva uno strappo alla regola, per non passare per uno scorbutico. Per il resto del tempo, riprese quindi vedutala ormai spettatrice, per il resto del tempo, è il più perfetto dei sinonimi. C’è imprecisione nell’essenza del sentimento complessivo. Ci sono infinite piccole incrinature. Solo che sono invisibili all’occhio esterno. C’è sempre da stringere i denti, nel sopportare, nell’ammorbidire i punti di vista, nell’elargire similitudine di intenti, nell’essere ciechi dinnanzi alle divergenze. Esiste questo momento, o è solo un apparente estasi di intenti ben simulati, poi mi domando? Ma, amore, forse è solo esagerazione, forse nella speranza estremizzatadella ricerca, forse nella perfezione vocale parola in se. Nell’aspettativa. Che un intersecarsi così ampio di sensazioni e sentimenti coincida nell’ interezza per un tempo più lungo di un periodo muto, mi pare francamente improbabile. L’approssimazione alla perfezione, potrebbe essere più duratura, ferma restando la sincerità dell’animo. Che la vita ci tempra, ci impronta naturalmente alla compensazione, alla sopportazione morale e alla falsificazione dell’immagine esteriore, che nessun pensiero, concetto e sensazione riescono forse più a comparire, nella loro idea originale. La falsità d’animo, involontaria intendiamoci, ha ormai intaccato il modo di procedere umano. C’è una specie di arrendevolezza generale dinnanzi all’obiettivo massimo della felicità, l’accontentarsi del traguardo intermedio. La sofferenza di base è il vero sentimento umano perfetto. L’ animo ne è talmente pregno, se ne contamina col trascorrere del tempo, che, irradiato e impotente, cede ormai troppo spesso sulle sue stesse ginocchia, lungo la strada della ricerca. Rimane comunque improbabile, seppur nell’ipotesi di un indipendenza dal plagio dei fatti esterni della vita, l’esistenza dell’amore. Probabile si renderebbe necessaria, una drastica riduzione delle sensazioni. Con meno sentimento da controllare, sarebbe più probabile riuscire a far coincidere, ed anche con maggior durata, le traiettorie della vita di due individui. Ipoteticamente e per assurdo, il periodo che più si approssima per intenti, è quello della vecchiaia. Con l’avvicinarsi alla fine fisica, cosa rimane, quanto resta, di un cinquant’anni di ipotetico sentimento? Ci sono sopportazione e abitudine in quantità industriali e una indefinibile attaccamento di presenza. Passione, fiducia, gelosia, stimolo, confronto, dialogo, sessualità, sono estinti. Il controllo è possibile, forse in questo preciso momento. Ma forse è la stanchezza dell’esistenza, a rendere non applicabile l’esperienza. Passiamo la vita a rincorrere l’amore e quando siamo più prossimi a poterlo sperimentare, non chiediamo che morire in pace. Passiamo la vita a parlare dell’amore e facciamo così fatica a venire a capo di una soluzione, che finiamo col continuare a parlarne solamente. Il contrario di imperfezione, amore, cinque lettere. E’ troppo corto, disse lei, sorridente, volendolo scherzare. E’ anche troppo lungo, per quanto tende a durare, la scherzo lui allo stesso modo. Aspetta le soluzioni nel prossimo numero, se proprio non puoi farne a meno. Poi torno a leggere. Il dodici verticale era. Fa rima con cuore. Non ebbe bisogno di disturbarlo nuovamente. Scrisse. Dolore.

24 Risposte a “LE SOLUZIONI NEL PROSSIMO NUMERO.”

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.