LEGGENDE METROPOLITANE. Gita allo zoo safari.

PREMESSA.

A chi non è mai successo, magari durante una seduta alcolica, di sentirsi raccontare dall’amico dell’amico, un avvenimento assurdo, incredibile, fuori dagli schemi tradizionali, spacciato per reale, ed accolto, lì per lì, con un “ohhhhhh incredibile, non ci credo!”, salvo poi scoprire, sentendosene raccontare, a qualche settimana di distanza, una versione simile, leggermente differente per protagonisti e luoghi, trattavasi della più classica delle LEGGENDE METROPOLITANE? E’ successo a tutti prima o poi. Forse ancora qualcuno coltiva ignaro dentro di se, l’effimera illusione che il fatto sia realmente accaduto. Questa rubrica nasce appunto allo scopo di, illuminare eventuali residui credenti, portare alla luce le diverse versioni dei misfatti e come scopo ultimo e più impegnativo, realizzare una raccolta delle invenzioni più celebri onde, rendere omaggio, all’ ignoto e irraggiungibile inventore di partenza.

Perché. Diciamoci la verità. Tutti noi siamo stati e saremo, prima o poi, involontariamente o per necessità, degli inventori di leggende metropolitane. Per catturare l’attenzione degli amici, per far colpo su qualcuno, per sentirsi per un attimo famosi, per avere il proprio nome citato nelle chiacchiere da bar, semplicemente perché troppo sbronzi. E sarà un atto eroico, una cazzata o la figura di merda del secolo. L’importante sarà raccontarla con maestria e credibilità, in presenza di sconosciuti, in modo tale che, gli stessi, una volta tornati nelle loro case, o tra gli amici di sempre o tra altri anonimi, colpiti, la possano tramandare verbalmente, aggiungendo, pompando, personalizzando e modificando dettagli, in modo da consegnarla all’IMMORTALITA’. Allo scopo, sono naturalmente accette, se non obbligatorie, le segnalazioni di leggende conosciute o semmai, di fatti ritenuti reali, sui quali, il dubbio della burla, inizia viscido ad insinuarsi.

 

 

IL FATTO.

Una tranquilla famigliola della ridente cittadina XYZ ( o diversamente l’amico XYZ  di vostro cugino con fidanzata al seguito – o diversamente due tipi XYZ del bar del vostro paese ), vista la bella giornata domenicale di primavera, decide di recarsi in gita fuori porta, allo “Zoo Safari” di Desenzano sul Garda (BS).La giornata è splendida ed è anche l’occasione per inaugurare la nuova e fiammante station wagon nera, appena ritirata dal concessionario, ancora brillante e splendente della cera dell’autosalone e col profumo di plastiche nuove che aleggia nell’abitacolo.Lo zoo safari si percorre naturalmente a bordo del veicolo, per stradine sterrate che si snodano attraverso i vari habitat fittizi ricreati, allo scopo di ospitare le varie specie. Finestrini abbassati e l’aria polverosa della finta savana da respirare a pieni polmoni. :-Ohhh guarda le gazzelle! :-Come è alta quella giraffa! :- Hei ma siamo sicuri che i leoni stanno li buoni buoni? :- Madonna è enorme quell’ippopotamo dentro il laghetto di fango. :- Attento, attento, c’è l’elefantino in mezzo alla strada! Fermati un attimo. Che carino, guarda, si avvicina!

 

 

IL MISFATTO.

Il simpatico e inesperto elefantino, come tutti i cuccioli, curioso e desideroso di nuove scoperte, affianca la vettura e non esita a infilare la sua giovane, ma già pronunciata proboscide, dentro l’abitacolo attraverso al finestrino. I bambini ( O la fidanzata dell’amico XYZ di vostro cugino – o uno dei due amici XYZ del bar del vostro paese ) presi un po’ alla sprovvista e da un attimo di comprensibile panico per l’inaspettata protuberanza che si agita loro addosso, non sapendo che fare, premono il tasto del finestrino elettrico per farlo risalire. Se non che, l’ingenuo e impacciato pachiderma, non troppo scaltro di riflessi e preso a sua volta dal panico, non fa in tempo a sfilare del tutto il suo nasone, che rimane, aimè, così come ghigliottinato, metà dentro e meta fuori.

 

 

IL DRAMMA.

Prima di riuscire a ristabilire la calma all’interno del veicolo e abbassare il finestrino per liberare la povera bestiole, che già si agita all’esterno impaurita, ci vogliono un paio di interminabili secondi. Attimi nei quali, mamma elefantessa, visto il suo piccirillo nei guai, ha già messo in moto la sua enorme mole, spinta dall’istinto materno, ed ora avanza caricando minacciosa, a difesa e in soccorso del proprio figliolo. Quando arriva davanti alla vettura, ormai il piccolo è gia libero  e le si infila tra le zampe e sotto il ventre a proteggersi.Ma bisogna farla pagare al vile predatore nero che lo ha fatto spaventare. E così dopo aver emesso un barrito tremendo, che riecheggia interminabilmente cupo per tutta la savana, l’elefantessa cala dall’alto verso il basso la propria poderosa proboscide  sul cofano nero e lucente della station wagon, schiantandolo e provocando una profonda ammaccatura tutto attraverso lo stesso.

 

 

LE CONSEGUENZE.

Ripresosi dallo spavento e liberata la strada, il guidatore, con i nervi a fior di pelle e bestemmiando insulti e improperi all’indirizzo del mondo animale e dei traumatizzati passeggeri del veicolo, sgommando come una furia tra le stradine del safari, decide che ne ha abbastanza e che la gita fuori porta è terminata e si rimette in autostrada verso casa. L’amarezza e la rabbia per il consistente danno alla vettura e per l’uscita interrotta nel bel mezzo, consigliano una sosta di riflessione in autogrill. Ma lo stomaco è troppo chiuso per ingurgitare qualcosa e così mentre la moglie con i bambini ( O la fidanzata dell’amico XYZ di vostro cugino – o uno dei due amici XYZ del bar del vostro paese ) mettono qualcosa sotto i denti, fanno un salto in bagno e gironzolano curiosi tra gli scaffali, non rimane altro che consolarsi, bevendoci su per dimenticare. Una birra, poi un’altra, un amaro e la giornata sembra gia migliore.Tutti fuori nel piazzale e si torna a casa. Dimenticare è la parola d’ordine.

 

 

LA BEFFA.

E’ solo mezzogiorno e il sole di aprile picchia forte sul parcheggio enfatizzando i riluttanti odori d’autostrada. Il parcheggio nel frattempo si è gia riempito. Da lontano lo sfortunato guidatore, adocchia nei pressi della sua automobile, due rappresentanti della polizia stradale che si aggirano sospettosi.

 

 

:- E’ sua la macchina?

 

 

:- Si perché, qualcosa che non va?

 

 

:- Bhe più che qualcosa direi. Cos’è tutta quest’ammaccatura qua? Abbiamo investito mica qualcuno per caso?

 

 

:- Ma no no si figuri agente. E solo che, ehm…….so che risulta difficile da credere, ma eravamo in gita allo zoo safari…e arrivati alla zona degli elefanti…e sa com’è…finestrini abbassati e l’elefante piccolo che infila la proboscide…poi è successo un casino…la madre che si incazza e sbaaaangggg! Mi ha piantato la proboscide nel cofano…

 

 

:- E si certo. E a me è caduto un meteorite sul parabrezza. Ma chi pensa di prendere in giro ! Una scusa più idiota non ce la aveva? Ci segua va che facciamo l’alcool test.

 

 

:- Ma no vi giuro dovete credermi. Chiedete anche a loro!

 

 

:- Si vabbè, magari dopo. Intanto con tutta questa fantasia vediamo quanto a bevuto. Soffi qui.!

 

 

:- Ma guardi ho bevuto qualcosa adesso qua all’autogrill, giusto per farmi passare la rabbia.

 

 

:- Soffi qui le ho detto……ahhhhh 0,9 ! Complimenti signore. So anch’io che vedeva gli elefanti! Veda se magari ne passa uno ora che la riporta a casa, visto che le ritiriamo la patente.

27 Risposte a “LEGGENDE METROPOLITANE. Gita allo zoo safari.”

  1. …mah, sai si finisce di lavorare tardi, poi si doveva solo andare a bere qualcosa e ballare un po’. Però al bancone del bar ho incontrato Pinocchio che mi ha attaccato un bottone incredibile con la sua storia d’amore con Niki e, insomma pare che il bel Vendola, dopo aver abusato in tutti i modi possibili del povero burattino, sia riuscito ad abbandonare la pancia dello squalo: “La regione Puglia mi aspetta, ti ho amato ma ora è tempo di pensare alla politica”. Pinocchio è stato liberato dal figlio del presidente della provincia di Brescia che ha riportato lo squalo martello nel suo acquario. Ora dorme sulle panchine, stazione Porta Nuova. Torino. Andate a trovarlo, ha tanto bisogno di parlare con qualcuno…

  2. non sono riuscita a rimettere le farfalle.. ma oggi non ho molta voglia di occuparmi della questione.. per cui ti va bene!! niente ali per oggi!! superkiss buona giornat

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