MECCANICA QUANTISTICA DELL'AMORE.

La mattina mi svegliavo e contavo i capelli sul cuscino. Facevo corrispondere una lettera dell’alfabeto, in ordine progressivo, al numero totale dei caduti. Lo stesso giochetto che si può fare con i piccioli dei frutti. Gira e al contempo elenca le lettere dell’alfabeto. Quando il picciolo si stacca, interrompiti. La lettera che stai elencando sarà l’iniziale della tua fidanzata. A me uscivano sempre i numeri otto, tredici, quindici, diciannove e ventuno. H, O, Q, U, Z. Fanculo. Passavo le giornate a cercare nomi femminili dal senso compiuto. Persi un sacco di tempo, trascurai le poche occasioni che mi capitarono. Ragazze dal nome Barbara, Lucia, Laura, non facevano per me. Lo diceva il destino. Col passare del tempo, maturando, invecchiando, mi feci un po’ più accorto. La malizia è la cicatrice sulle ferite leggere. Scoprii che le ragazze straniere portavano nomi che facevano al caso mio. Zarina, Ursula, Hotel, Otranto, Quarto Uggiaro. Inizia a frequentare i night club, alla ricerca del grande amore. Erano un grande serbatoio di figliuole internazionali, i night club. Nel frattempo avevo finito i capelli e per sicurezza, portavo sempre con me una mela. Preferivo le mele più mature. Hanno un picciolo più elastico che consente di fare un sacco di rotazioni. Era più facile arrivare alle ultime lettere dell’alfabeto. Quando toglievo la mela di tasca e la facevo roteare nell’aria come un sole a basso consumo, le ragazze mi schernivano. Con il loro accento vizioso, a tratti mascolino, a volte stridulo, cercavano di convincermi che l’amore non era una questione di perfette coincidenze. Troppe variabili. E di che cosa?, allora chiedevo. Non erano quasi mai in grado di rispondere, ma accennavano a qualcosa tipo –  adeguamento – adattamento – rinunce – compromessi. Ero deluso. Mi sembravano parole storpiate, zoppe, dalla pelle avvizzita e dai capelli troppo grigi per sposarsi con l’elegante elisse della mela. Cominciai a sospettare che i nomi delle ragazze, fossero nomi d’arte, ispirati a vecchie, famose, pornostar. Il problema stava in quel falso, nella pratica, non nella teoria. Tutto li. Divenni il primo consumatore mondiale di frutta con picciolo. Provai anche coi fagioli verdi. Aumentavo i consumi e segnavo i risultati su tabelle di media dai risultati sempre più dettagliati. Ma la sostanza non cambiava. Anzi. Le cose tesero a peggiorare. Il numero quindici divento assolutamente predominante. La lettera Q una vera ossessione. Presi una breve sbandata per un certo Quasimodo, ma il regolamento diceva che i cognomi non erano validi. Le persone che mi circondavano continuavano a fidanzarsi felicemente con persone dai nomi banalissimi. Ma più le occasioni passavano invano, più il tempo non faceva che confermarmi che la ricerca della coincidenza, era l’unica via. Un amico credendomi disperato cercò di fidanzarmi con una sua cugina. Si chiamava Rebecca e a suo dire era quanto di più vicino si potesse trovare alla lettera Q. Gli feci notare che c’erano in circolazione un sacco di Ramona, semmai fossi stato così impaziente. Rebecca cercò di adescarmi sussurrandomi calda nell’orecchio che nell’intimità avrei potuto chiamarla quaglietta mia. Non mi feci adescare. A causa di una terribile grandinata pare che quest’anno il raccolto delle mele sia stato in gran parte compromesso. Pazienza.

12 Risposte a “MECCANICA QUANTISTICA DELL'AMORE.”

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.