MIO FRATELLO PATT E’ FIGLIO UNICO.

Il cielo era diventato nero sopra le nuvole e le nuvole ne avevano assorbito il tono e ora a loro volta, di quel tono scuro, stavano cospargendo il paese. Il paese da parte sua –  non si era mai distinto per particolare attività –  immobile subiva il colare di quella sorta di pece nera molto annacquata. Applicazione di telo di nylon con celle d’aria per protezione antiurto.

Se fossimo banali avremmo più semplicemente dire che si stava facendo notte, pioveva e il paese era immerso nella solita desolazione. Ma noi vogliamo essere banali, solo quando ci fa comodo. Due tizi, di cui uno lungo e pelato, si erano ormai lasciati l’insegna del bar alle spalle. Sali e tabacchi. Bar Posta. Bianco su nero. Nero su giallo. Ciondolavano in mezzo alla strada, per dirvi del traffico, e quello più smilzo, aveva quest’abitudine di affondare sempre le mani dentro le tasche dei jeans. Quella postura gli faceva due spalle così. L’altro si era tirato il cappuccio del bomber mimetico sulla testa e aveva recuperato dal ciglio strada, una lattina di tonica accartocciata. La lavorava coi piedi. Ve la vedete una lattina di tonica in un borgo di montagna? Vi era un discreto transito, veicolare, di turisti. Ecco qui risolto il dilemma. Ora, come molti maschi, questi qui ci avevano avuto un tempo, prima dell’epoca degli scandali e prima che maturassero altri interessi, la passione del football. Non che avessero mai giocato seriamente. Per quei cazzo di problemi di vista. Sta di fatto che al lungagnone quella lattina tra i piedi iniziò a scottare, come gli sarebbe scottato, che ne so, il vangelo secondo Marco. Ecco che allora carica la gamba e con un lancio preciso taglia in diagonale tutta la carreggiata. C’ha il talento nel sangue. Il suo socio sull’ altro lato della strada, bhe diciamo che è più difensore. Mica che le toglie quelle dannate mani dalle tasche mentre corre avanti a recuperare l’imbeccata. Sembra un pinguino che lo ha preso tra le chiappe dall’orso bianco. Finisce che son cinque minuti che son fermi negli stessi cinquanta metri verso casa. Passa e ripassa. Devono essere tipo le dieci di sera.  C’è un lampione arancio ogni cinquanta, settanta metri. La luce fioca si spande sulle superfici unte e lucide di pioggia. Il silenzio è rotto in una frequenza medio alta, da dell’alluminio che rotola irregolare sopra del porfido bagnato. Sddddllenghh. Ssslenghh. Dal primo piano di una casa uno scuro si apre e un fascio di luce finisce in mezzo alla strada. Tipo quelle robe che succedono nei teatri quando dal buio del palco spunta il presentatore in mezzo al fascio di luce. Ta-ta! Signori e signore! La luce finisce proprio negli occhi del lungagnone. Non ha mica su il frack. Gli da anche un certo fastidio. La luce. La vecchia zitella con la testa di bigodini si affaccia e dice.

Aloooora!

Il lungagnone guarda in alto verso la finestra. La vecchia sembra aspettare una risposta. Buon natale e vaffanculo gli dice quello. Il socio smilzo borbotta fra i denti. Troppo dio, poco pisello. Poi la lattina parte nervosa e finisce sulla fiancata di una Bmw. Rotola per delle scale cieche. Dleng, dleng, dleng, dleng. Un allarme suona. Sembra che abbia le polveri bagnate.

Il tipo smilzo, inizia a parlare. Ormai il silenzio è rovinato.

:-Ehi, Frank, cioè. Pensavo no. La gente si fa gli auguri. Suona tipo. Auguri che ti cambi la vita di botto no? Allora voglio dire. Se auguri ad uno che gli cambi la vita radicalmente in meglio, vuol dire che ti rendi conto, che adesso come adesso, è una bella merda no? In generale. Quindi cristo, la gente se ne rende anche conto. Ma perché allora non reagiscono? Non vanno oltre?

:-Patt, l’osservazione è lucida, ma credo che hai un tot sopravvalutato la sincerità e il quantitativo di ragione umana, che la gente propina nel particolare periodo, ma in generale per tutto l’anno solare.

:-Un nastro preinciso con le partenze programmate quindi eh?

:-Si, da questo punto di vista, siamo molto robotizzati. Alta tecnologia orientale su struttura in carne occidentale. Vedi purtroppo molti non hanno ancora capito, che vige si la liberta di pensiero e parola, ma la costituzione non ne prevede l’obbligo.

:-Vabbè ma queste festività avranno pur un lato positivo Frank.

:-Uhm, se devo proprio trovarlo direi che grazie al finto limite temporale, a  quest’idea malsana del ciclo annuale che finisce per ricominciare, perlomeno le persone hanno quest’abitudine di fermarsi e fare una certa verifica, farsi, come dire, i conti in tasca.

:-E poi?

:-Bè a giudicare dalla stabilità di anno in anno, direi che la maggior parte è molto scarsa in matematica.

:-Ahahahah, Frank, sei il solito abile umorista. Che ne dici se il resoconto di fine anno la facessimo anche noi eh?

 – Il tizio smilzo sa che per il lungagnone questo è stanno un anno di  svolta ma gli piacerebbe, sentirselo raccontare – .

:-Solo se contemporaneamente si beve copiosamente Patt. Per lenire gli imbarazzi.

:-Pensavo dovessi bere per dimenticare Frank.

:-Il dimenticare vien da solo, ma allora era un ricordo leggero di nessuna utilità. Invece quello che ti piacerebbe non fosse accaduto, che vorresti dimenticare, sarà quello che farà si ti accadano cose migliori in futuro. Una sorta di appunto. Quindi meglio tenerselo stretto. Il ricordo. Poi Patt, da ubriachi è tutto più comodo. La gente pensa che tu stia dicendo un sacco di cazzate, e così non pone attenzione. Ma invece questi idioti non sanno, che l’ebbrezza, è quanto di più vicino alla vera essenza dell’essere umano.

:-Perché cadono tutti i vincoli no? Morale, inibizione, quelle menate li?

:-Patt, l’ho sempre saputo che sei un ragazzo intelligente.

:-Frank, grazie per la fiducia.

:-Bravo ragazzo, vieni qui.

 – Il lungagnone tira un pugno scherzoso sulla spalla dello smilzo che quasi lo stende – .

:-Ehi Frank. Ogni volta qui si diventa troppo seri e si finisce sempre per dimenticare di parlare delle tette. I nostri lettori potrebbero aversene a male.

:-Patt. Da quando in qua abbiamo dei lettori?

:-Oh, Frank, pare che un tipo alto e pelato ci pubblichi su una pagina nera e rossa.

:-Scusa Patt. Qualcosa contro gli alti e pelati? Ahahah. No vabbe, ma due lire per le royalties tipo?

:-Frank, non ci legge quasi nessuno.

:-Teste di minchia. Oh ma almeno un po’ di fica al ragazzo l’abbiamo procurata?

:-..

:-Ho capito. Scrive per la gloria.

:-Uhm..

:-Povero cristo.

:-Bhe certo che se ci mettiamo a parlare di tette, non è che gli diamo una grossa mano. La gente penserà che è il solito materialista superficiale.

:-La gente, la gente. La gente ha questo vizio di giudicare gli altri solo perché se guarda dentro di se prende paura.

:-O finisce così presto che poi gli avanza un sacco di tempo.

:-Già, Per conoscere la profondità di qualcuno, ci devi precipitare dentro. E non vedo in giro persone disposte a grandi sacrifici.

:-Amen. Bella questa Frank.

:-Bella si. Patt. Questo è stato un buon anno.

:-Si. Direi il migliore.

:-Direi il primo. Scusa, ma quanti anni abbiamo?

:-Andiamo per i trenta.

:-Uhm. Abbiamo sprecato un po’.

:-Si ma non contiamo di morire subito.

:-No, prima dobbiamo provarci.

:-Certo cazzo. Com’era prima? Buon Natale e vaffanculo?

:-Si. Meno Dio, meno poesia, più tette.

:-Tette!

18 Risposte a “MIO FRATELLO PATT E’ FIGLIO UNICO.”

  1. Amico Mart! Guarda che ti dico le stesse cose che ti ice la vecchietta: aloooooora?!

    Basta giocare al fùtbol con le lattine eh!

    Tanti auguri di nuovo e magari ripassa dealle nostre parti!

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