MUCCHE LIPOSOLUTE SU PASCOLI MALDESTRAMENTE ERBOSI.

Periodo di vacche magre. La primavera è tarda. Ho in corso una palese crisi del settimo anno con il mio blog. Prematura, considerato che sono passati solo una trentina di mesi. Purtroppo non c’è più intesa fisica, a letto non facciamo più faville. Ora l’unica scintilla che si vede è sprigionata dall’accendino malfunzionante di lui, che tenta di accendersi la sigaretta del prima, durante e dopo. Nel template aleggia a quota ottanta centimetri, una cappa di fumo londinese. All’orizzonte non riesco nemmeno più a distinguere il Big Ben, ma quello, non per causa della nebbia. E’ lui che si è avvilito al suolo. E in ogni modo è colpa mia. Non sono più fantasioso come hai bei tempi, mi dice. Sono un vecchio missionario senza varianti a portata di mano. Ed in effetti ha ragione. Mi spremo le meningi, ma come da un limone fuori stagione, troppo giallo e troppo perfetto nelle sue forme plastiche, esce un solo schizzo che ti colpisce all’occhio. E nemmeno brucia perché è camomilla. La camomilla mi fa dormire. Ultimamente anche il Prosecco, il Ferrari Perlè, il Verdicchio Sardo, un Rosso Francese da ottanta euri a bottiglia, il Cabernet in tutte le sue varianti regionali, l’Amaro Montenegro on the rocks, la birra, la birra con lemon, l’acqua clorata del rubinetto, il collutorio per l’alito da sera. Cristo, la vecchiaia? Il fatto è che a letto faccio già sin troppo movimento per trovare la posizione giusta nella quale addormentarmi. Posizione fetale fianco destro. Panciasotto braccio sinistro sul comodino. Panciasotto testa a destra. Posizione fetale fianco sinistro. Panciasotto braccio sotto il cuscino. Doppio carpiato con formicolio e insensibilità articolare. Chi me lo fa fare di fare ulteriori sforzi. E poi. Per soddisfare chi? Questa notte ho baciato un trans. Ricordo gli dicevo. No, prima dobbiamo fare questo lavoretto! Gli strizzavo le tette, probabilmente finte e imbottite per quanto erano sode, sopra una maglietta fucsia con i lustrini. Lei mi provocava. O lui, per quant’era brutta. C’era qualche scagnozzo da sistemare credo. Poi ho flirtato con delle ragazzine. Ho salito e sceso delle scale a perdifiato. Nel simbolismo onirico le scale hanno un evidente riferimento sessuale. Del coito, per la precisione. Il salire con movimenti regolari, il fiato che si fa via via più corto in prossimità dell’obiettivo. Il raggiungere la vetta.

Uè ciccio, questa notte ho trombato come un riccio! Ho sognato che abitavo all’ultimo piano dell’Empire State Building. L’ascensore era guasto. Mavaffanculo!

Caro lettore, questo blog mi ha messo in un serio guaio. Mi ha estraniato dalla vita reale. Ho così troppe fantastiche girlfriends virtuali con le quali coltivare rapporti, che mi sono completamente scordato di cercare una forma di vita di genere femminile nelle vicinanze. Ora se voglio vedere una ragazza, devo prendere un astronave. Forse la cosa ha i suoi perché. Evidentemente in loco non c’era niente di degno di nota. O forse niente che sia così facilmente messo a nudo. Le ragazze che incontro sono tutte così pudicamente vestite delle loro autodifese. Ti ci vuole un impresa solo per spogliarle e capirne la razza. In ogni modo dicono. Mogli e buoi dei paesi tuoi. Penso comprerò una mucca locale con la Denominazione Origine Controllata. Me la farò scolpire nel porfido dei sampietrini e succhierò dalle sue mammelle, genuino Muller Thurgau. La mia ex spasimante, lei spasimava me, lei scaricava me, io spasimavo lei, lei spasimava me, io la scaricavo, ha una testa sempre più enorme. Certo la capigliatura da Moira Orfei non l’aiuta. Ultimamente ho iniziato ad incontrarla troppo spesso. L’oblò di una lavatrice montato sopra uno scaldabagno. La cosa mi imbarazza, solo perché non vorrei avere conti in sospeso. Credo siamo rimasti ad un presunto appuntamento in riva al lago di due estati fa. Scusami amore, sono un filo in ritardo.

La mia vita ha effettivamente bisogno di una svolta. Sto per sconfiggere, in quanto a purezza, la Madonna. La sorella dello Spirito Santo, dice che non sono il suo tipo. Non saprei da che parte indirizzarmi. D’altronde nemmeno l’intero paese mi pare abbia avuto le idee ben chiare. Forse devo predisporre una più attenta conta degli sms inviati. Secondo gli exit pool, superando quota diecimila, ho buone possibilità di vincere un telefonino nuovo. Con il quale molestare un numero sempre maggiore di ragazze. E’ un circolo vizioso a tempo determinato, ma con riserve che posso entrare senza limitazioni. Me ne vorrei distaccare, in parte, senza sentirne i doveri opprimenti sulle spalle, ma senza obbligatoriamente rinunciare ai proficui vantaggi che offre. Meno blog, meno sms, più reality show, più tettine morbide nelle quali affondare il naso.

Sono alla frutta!

Cameriere. Due pere, grazie.

18 Risposte a “MUCCHE LIPOSOLUTE SU PASCOLI MALDESTRAMENTE ERBOSI.”

  1. quanto tempo MarTi caro… ma mi vuoi ancora bene?

    ;o)))))

    TeS

    lo so, dovrei mettermi in pari con i post che mi sono persa, ma i primi 5 minuti liberi prevedo di averli verso seconda metà di settembre.. o forse no

    TeS

  2. io ho sempre detto che il blog è pericoloso e può portare guai ed errori ed allontanare dal senso reale delle cose ( e dopo un pò di mese rompre pure i coglioni) Approvo approvo quel che dici, carissimo.

    Affonda il naso in tettine reali, va là, e lascia perdere le girl virtuali. E occhio che i reggiseni d’oggidì gonfiano e ragalano a tutte una misura di più.

    Io che virtuale non son più, ti lascio un bacino.

    Ave Mart.

    Alle

  3. Non mi conosci ma dopo aver letto e riletto le tue parole non c’è che una maniera per esprimere quello che provo: “mavaffanculo”, seguito a ruota da “bastardo”.

    Non mi fraintendere lo dico con amore, la mia è solo invidia, la più profonda invidia.

    Altro che blogger in crisi, altro che impasse creativa.

    Anzi averne di queste crisi che producono risultati così straordinari.

    E sia chiaro non mi impressiono facilmente, anzi non mi capita quasi mai.

    Ma accidenti, la mediocrità globalizzante non basta a giustificare la sorpresa di leggere qualcosa riesce a distinguersi in maniera così netta in questo assurdo mare magnum in cui tutti pensano di avere qualcosa di originale da dire…

    Non voglio dilungarmi nei complimenti, me li tengo per tempi peggiori.

    Però un cosa che non ti invidio c’è.

    Difficile fare meglio di così, difficile anche continuare così.

    Difficile ma non impossibile.

    ciauz

    dottork

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