NON E’ CHE MI DIVERTA A FARE LO SCONTROSO, SONO PROPRIO COSI’. ( ALL’USCITA PER I BUONI, C’ERA LA FILA)

Della vita mi piacevano le tette, la pasta ai fagioli e i succhi d’uva. Per il resto avevo smesso di aspettarmi qualcosa e mi costringevo a transitarla. Perché di questo si tratta. Costringersi e transitare. Anche essere costretti. Molto essere costretti. Disponevo di una pessima vista, ma lo stato delle cose mi si parava dinnanzi, nitido, ma proprio nitido. L’atmosfera era pulita come dopo una burrasca. Di tempeste nell’arco della, se ne possono contare a dozzine. Mi sorprendo, mi stupisco, ne rimango dispiaciuto: la maggioranza sembra si ostini a non capire. Non subisce l’effetto. Beati e poveri loro. La strategia delle fiche e dei culi funziona benissimo se miri ad una nazione di cretini e assassini dalla mano facile. Gli omicidi facevano audience di quei tempi. Tra morti ci si trova a proprio agio, difficile non andare d’accordo. La commozione celebrale per sconosciuti con copiose effusioni di sangue, è il miglior sentimento di cui siamo capaci. Un sentimento indotto ed innaturale. Siamo delle bestiacce addomesticate, questa è la soluzione. Non c’è da sorprendersi, se di tanto in tanto ci si sbuccia ancora una banana. Non ho di certo un gran bel carattere. Tutti finirebbero per non averlo se non fossero impegnati a rincorrere la vita eterna. In un certo senso questo è anche un bene. Altrimenti chi farebbe attraversare la strada alle vecchie per permetterci di investirle con comodità? Vi è un evidente perdita di valori e ideali. Scendere in piazza con la pelliccia e il palmare è un alternativa eccitante al circolo del the e pasticcino. C’è secchezza di fauci e di dialogo perché ci sono forniti solo argomenti sui quali, con uno sbadiglio, si è detto tutto. Le persone affiatate si guardano nelle palle degli occhi, sperando venga presto l’ora del sonnellino. Gli sconosciuti camminano ad occhi bassi. C’è sempre una cacca da schivare con un sorriso sul marciapiede. La tristezza e la noia spesso si scambiano per tristezza e noia di dimensioni più umane, mentre sono l’unica cosa di realmente soprannaturale su cui si può fare affidamento. Ho visto la noia moltiplicare i pani ed i pesci mangiati, così tanto per ammazzare il tempo. Sei molto cinico. Vai spesso al cinema? No, mi basta e avanza la realtà, credimi.

Essere alquanto spietati, netti, incisi, tagliati a linee rette e spigoli, macinare gli ingranaggi, indagare gli estremi, essere consapevoli, sopportare, accumulare, digerire, sputare, frequentare le solitudini, scopare i problemi, il tutto per la maggior parte del vostro tempo. Non avete idea del gusto sopraffino dei piaceri, quando questi inizieranno a leccarvi.

6 Risposte a “NON E’ CHE MI DIVERTA A FARE LO SCONTROSO, SONO PROPRIO COSI’. ( ALL’USCITA PER I BUONI, C’ERA LA FILA)”



  1. La cultura è MORTA!

    L’hanno ammazzata…

    Ness1 ha detto nulla…

    Già.. xché CON I MORTI SI STA BENE…

    e i cerebrolesi li parcheggi 1 po’ ovunque,

    se non fosse che oggi c’è penuria anche di parcheggi (tant’è che le ultime leggi-piaga ..parcheggiano giovani menti prima nelle università e poi nei call-center)!

    Non sono + i tempi in cui 1 cadavere lo mettevi in una renault4…

    E i mandriani allevano nuovi mostri di Firenze.. in grado di far stare i cadaveri a pezzi, anche nei bagagliai delle SMART che circolano oggi…

    Manca il parcheggio.. nn c’è posto..

    siamo troppi per quei pochi posti

    saldamente incollati agli stessi culi da generazioni…

    E’ normale che 1 sia schivo…

    Siamo troppi.. se 6 a cena con 2 amici

    parli… se c’è 1 tavolata di 60 persone

    come diavolo fai a parlare??

    Vien + naturale essere schivi…

    e cercare di mettere qualcosa nello stomaco ( i fagioli no… quelli lascio ai suddetti culi… magari si scollano dalle poltrone per fare un passeggiata al cesso

    e s’accorgono di quanta merda c’è in giro..)

    Ma siam così tanti, che se ti alzi dal tuo posto a tavola e te ne vai.. nessuno noterà di aver mangiato 1 razione + abbondante…

    Non se ne accorgerà nessuno..

    Lo dicevano gli indiani d’america…

    e ora vale ancora di più:

    “Hoka Hei, oggi è un buon giorno per morire!”


  2. è che ho iniziato a leggere.. poi mi so rotta le palle di non capirci nulla e di avere sto template così scomodo che mi fa rimbambire…e così ho smesso a metà.

    non morirò.

  3. ‘giorno sior Mart

    mi associo al sig. Healthen, sembra scritto da un Diogene di Sinope contemporaneo: ironia, causticità e letteratura terapeutica

    …niente è più istruttivo di un fallimento stesso, ma peccato che non possa più essere messo a frutto, quando si è giunti alla fine della corsa.

    comunque stiano le cosa un buon transito e un’ottimo WE, e che tette siano! anche nei restanti giorni della settimana 😉

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