NON SEMPRE VENIAMO APPREZZATI PER QUEL CHE VORREMMO…

C’è un postino vedovo che ha lavorato tutta la vita in una piccola città. Una cittadina con un clima pessimo.

La pensione è vicina. Una notte il postino rimane alzato fino a tardi. Per scrivere un commosso addio alla comunità. Qualcosa come: “ Ho fatto il mio dovere con il ghiaccio e con la pioggia, con il temporale e con il sole, sotto i tuoni e sotto l’arcobaleno…”.

Se lo fa stampare. E il penultimo giorno di servizio ne mette una copia in tutte le cassette della posta del suo giro.

La mattina dopo è fredda e ventosa.

Ma la reazione alla sua lettera è calda e cordiale Qui gli offrono una tazza di caffè, là una fetta di torta appena sfornata.

Il postino respinge con un gesto le modeste mance che gli vengono offerte. Stringe qualche mano, passa alla casa successiva.

Un po’ deluso, forse, che nessuno sia stato commosso dalla….dalla qualità della sua dedica.

Dalla sua poesia.

Ultima tappa del suo giro è la casa di un avvocato di Hollywood in pensione e della moglie diciannovenne.

Prima faceva la guardarobiera. Fantastica. Tutta curve. Con due occhioni così.

Il postino suona alla porta e gli apre la ragazza.

:-Lei è il signore che ha scritto quella lettera? Dove parla del tuono e del sole? La prego, entri.

In sala da pranzo c’è un tavolo che geme sotto il peso di cibi e vini costosissimi.

La ragazza gli dice che il marito è appena partito per andare a giocare a golf in Florida.

Gli chiede se ha voglia di fermarsi a pranzo.

Dopo il caffè e i liquori lo conduce per mano sul tappeto di pelliccia bianca davanti al caminetto acceso..

Fanno all’amore per tre ore.. Nella luce ambrata.

Il postino è sbalordito dall’intensità e dalla forza di questa esperienza.

Che sia stata quella lettera poetica a conquistare la giovane donna? Che siano stati gli arcobaleni?

Pensa che come minimo, la ragazza sarà sua per sempre.

Si riveste, ancora stordito.

Indossando una vestaglia trasparente, lei lo accompagna alla porta. Poi prende la borsa dal tavolino dell’ingresso.

Gli porge un biglietto da cinque dollari.

E lui :- Perché? Scusa ma non capisco.

E lei :- Ieri mattina, a colazione, ho letto la tua lettera ad alta voce a mio marito. Dove parli del ghiaccio e della pioggia e dei lampi.

E gli ho chiesto :- Che cosa devo fare se passa questo tizio?

E mio marito a risposto :- “Ma fatti fottere, dagli cinque dollari”.

Il pranzo è stata un idea mia.

 

 

..da “Il treno della notte” – Martin Amis.

 

10 Risposte a “NON SEMPRE VENIAMO APPREZZATI PER QUEL CHE VORREMMO…”

  1. sorry… non era una critica al post, ma solo quelo che ci avevo visto.. do’ l’impressione di essere nervosa? comunque il post mi era piaciuto.. l’ho solo trovato un po triste.. un po come tante storie reali!! buona giornata e un kiss

  2. è divertente e deprimente allo stesso tempo… dire che mi sentirei una cacca schifosa nei panni del postino è dire niente!!!storia di umiliazione!!! il punto è che lui voleva apprezzameto sulla poesia… ma in questo caso ha sbagliato tipo di poesia!! per come l’ha messa giù lui sembrava tenesse di più ad essere apprezzato come postino e come lavoratore indomito!! la moglie dell’avvoccato cmq è decisamente stupida!!!

  3. ma tu renditi conto che all’inizio pensavo fosse una storia vera del postino del tuo paese! avevo già un “ma che storia cara” a fior di labbra e mi salta fuori la zoccolona finale…

    Ah, che pesce sempliciotto che sono….

    bacio

  4. postino porcellino?? :))

    mi ha fatto molto sorridere!!!

    (nn e’ male la tua vena umoristica a me piace un sacco!!)

    ps: ti sto facendo pubblicita’ per i tuoi racconti ^_^

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.