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La popolazione trovò lavoro, guadagni e sicurezza, e questo bastò perché la vita, la vita esteriore, anche là procedesse “lungo il cammino del perfezionamento e del progresso”.
Tutto il resto rimase compresso in quell’oscuro fondo della coscienza dove vivono e fermentano i sentimenti fondamentali e le indistruttibili persuasioni delle singole razze, fedi e caste, sentimenti e persuasioni che, apparentemente morti e seppelliti, preparano per successivi, lontani tempi, inaudite metamorfosi e catastrofi, senza le quali, a quanto pare, non possono esistere i popoli, e questa terra in particolare.
Ivo Andric – Il ponte sulla Drina (1945)