QUELLO CHE LA GENTE VUOLE.

Studio Aperto mi insegna che si può tranquillamente parlare di fica anche dopo aver appena toccato argomenti eticamente (lasciamo stare moralmente) duri e crudi, quali che ne so, una bella strage famigliare. Mica che al giorno d’oggi la condotta corretta la devi andare a ricercare dentro te stesso. Pfui! Tutto tempo sprecato. Te lo dicono loro, sono loro che educano il paese. I mass media. Davvero fichi. Cioè voglio dire. Tu ti guardi le tue belle notizie e nel contempo, zac – e tac – sai anche come regolarti fuori sul campo.

Ben per questo che quando io vedo quella sfinzia con le tettone li al margine del crocchio di curiosi, mi sento come dire, del tutto autorizzato a badare più a lei, cioè a come mettermela orizzontale al più presto, che a quel che è accaduto. Che tanto lo so, hanno ammazzato una tizia, i suoi due figli (piccoli ma piccoli) e azzoppato il cane dei vicini. Ma proprio così, li nella macchina, lungo il viale della zona residenziale. Tipo che questa ha accostato sulla destra, ma ragazza mia, è stata una pessima idea. Ora la tipa, quella gnocca che ho adocchiato, se ne sta li un po’ in disparte dal resto della marmaglia – per lo più i soliti vecchi che non c’hanno un cazzo da fare e son li a pontificare teorie – a guardare la scena come dire, come una un po’ ottusa che non ha ancora capito che diavolo è successo. Ve lo dico io che a volte troppe tette portano carenze in altri settori. In ogni modo mi avvicino con un certo sharme da destra facendo vibrare il nastro di delimitazione della scena che gli sbirri hanno tirato, per segnalare la mia presenza.

:-Che succede qui? le chiedo, appena lei nota mi nota.

:-Sa che proprio non lo riesco a capire, mi fa questa alquanto dubbiosa.

Faccio una breve perlustrazione visiva e poi le dico con aria improvvisamente rattristata.

:-Mi sa che questo è un brutto omicidio. Brutto, brutto.

:-Pensavo ad un incidente stradale ma in effetti non mi tornava la dinamica , mi fa lei.

Mi cascano le braccia, ma è veramente tanto fica, e quindi faccio uno sforzo.

Le faccio notare che la pozza di sangue che si va ampliando lungo la carreggiata, le sta sporcando la suola della scarpa.

:-Uh mamma, con tutto quel che mi sono costate, fa lei. Sono un Valentino For Night originale sa?

Le passo un kleenex in modo che possa pulirle e approfitto del fatto che lei si pieghi verso terra, per farle una radiografia completa degli organi vitali.

Deglutisco pesantemente mentre mi sistemo la patta.

:-Mio Dio, le faccio, decisamente in affanno.

:-Si sente poco bene?

:-Certi spettacoli sono davvero toccanti cazzo, le rispondo. Meglio che rientri in casa a bere qualcosa e rinfrescarmi un po’.

La primavera è ormai vicina e il sole inizia a scaldare sul serio. Gli ippocastani sono di un verde brillante e le loro ombre stagliano un rigato di luce e nero lungo tutto il viale. Giornata ideale per una passeggiata con la famiglia. Uccelli cinguettano allegri sotto il suono delle sirene.

:-Lei abita qui?

Le indico con il braccio il vialetto d’accesso.

:-Vuole entrare? domando. Ormai qui c’è ben poco da vedere.

In sottofondo delle vecchie si mettono a singhiozzare mentre portano via uno dei bambini. O un pezzo, a quanto pare. Uno degli sbirri, cade a terra svenuto.

Quando siamo dentro casa, alla prima occasione buona inizio a singhiozzare come un moccioso, blaterando assurde storie sulla perdita dei valori della società, sulla assenza di persone con cui rapportarsi in modo serio e impegnato, su quanto la mia vita sia stata sfortunata sin ora, su come non si trovino più in commercio i muffin alla cipolla e acciughe e stronzate simili. La smetto solo quando la tipa è ormai troppo coinvolta e vicina e le ho ormai infilato la mano sotto la gonna. Lei mi asciuga le lacrime di coccodrillo con il kleenex che prima le ho prestato per pulirsi le scarpe. Davvero romantico. Mentre lei è impegnata un po’ più in basso, noto dalla finestra che fuori sono arrivati alcuni furgoncini delle tv per le riprese mobili e una serie di carri funebri. Il nugolo dei curiosi è ormai incalcolabile.

Il turismo da calamità e tragedia, tira di più di quello sessuale.

Saluto con la mano dei tizi che pascolano per il mio giardino con i loro cellulari levati in alto sopra la folla. La ragazza qui, sembra non voler prender fiato. Le sculaccio le chiappe per richiamare la sua attenzione. Ci diamo dentro per bene.

Mi sento leggero, disincantato, lontano da questo mondo brutto e cattivo con il quale non voglio aver nulla a spartire. Alla tv hanno proprio ragione.

La tipa recita una serie di volgarità tipicamente televisive mentre sta per venire. I nostri orgasmi sono coperti dal volo a bassa quota dell’elicottero per le riprese aeree. Fuori si leva un applauso. Pare che il cane azzoppato ce la farà.

Abbracciati lungo il divano lei mi sussurra.

:-Sei così dolce e sensibile.

Le scosto i capelli dalla fronte mentre penso ad un complimento altrettanto sincero da farle.

:-Quel numero che fai con la bocca è davvero fantastico, sussurro.

Lei si fa scappare una risatina un tot idiota e ammette.

:-Hihihi.

Fuori è una gazzarra. Ci risistemiamo. Affacciati alla finestra come due fidanzatini, guadiamo lontano all’orizzonte, fiduciosi in quel che verrà. La scena in primo piano è il preludio, ma per il momento utilizzato a scopo cinematografico. Sono pillole  standard di realtà semplificata, interruzione pubblicitaria momentanea e indifferente sulla sceneggiata che abbiamo in mente.

:-Hai idea di chi possano essere quei poveretti? mi chiede lei, in un rigurgito di morale.

:-Mia moglie, i miei due figli e il cane dei vicini, le dico.

:-Non ti piacciono i cani? mi interroga.

:-Era affettuoso, ma abbaiava in continuazione, rispondo, mentre le accarezzo il pelo.

11 Risposte a “QUELLO CHE LA GENTE VUOLE.”

  1. Buongiorno Mart

    allora queste sciate trentine sul cucuzzolo del Bondone le famo o non le famo ? 🙂

    qui è tempo di prepapare l’ombrellone, le straio, secchiello e paletta per i castelli di sabbia

  2. ‘giorno Mart

    uhhhh troppa crudeltà verso il povero cane, mi sa che al cine-serale della parrocchia questo episodio di assuefazione&abitudine non si può mica proiettarlo e poi si eccitano tutte le parrocchiane

    easy step:

    finta indignazione

    assuefazione

    indifferenza

    passività

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