ROCK & ROLL BABY!!

Fuori dal locale la notte è stellata e nitida e i profili delineati dall’orizzonte dal freddo pungente.


Dentro il locale, come in una vetrina natalizia, gia molta gente infagottata in piumini e pellame e camicie e golfini e calze nere e stivali lucidi di pelle.


Nel piazzale unto e lucido di una patina burrosa di ghiaccio, riposano tir puzzolenti di vita d’autostrada. Gomme, asfalto, gas di scarico e chilometri macinati.


In primo piano sullo sfondo, il blocco di cemento della statale sopraelevata.


Rare macchine transitanti, scie luminose come stelle cadenti orizzontali, dentro il buio invernale della tarda serata.


 


La porta del locale si apre e ti alita addosso il suo fiato caldo, di sigaretta e alcool e profumi femminili post doccia. Il vociare regolare dei dialoghi, copre linearmente senza sbalzi la musica dell’impianto e il sound check del gruppo, giu nell’angolo di fondo.


 


Facce note, saluti occasionali. Tra le lenti parzialmente appannate, il primo sopralluogo visivo è soddisfacente. Percentuale femminile nella media, trenta per cento stimato. Rilevate e notificate sul radar, figure e curve e sorrisi interessanti, da tenere d’occhio, nelle varie postazioni, durante la serata.


Non siamo qua solo per il Rock, baby.


 


Cristo! Merda!


Quella è la sorella della mia semi-quasi-ex. (mimetizzazione immediata). Cristo Santo speriamo non mi veda. Credo sia al corrente dei miei silenzi e delle mie fughe dai tentacoli della piccola di casa.


 – E che cazzo amico, sto solo cercando un modo cortese e indolore di scaricarla. Pensavo il silenzio fosse il metodo migliore. Ma quella proprio non ci sente. Ogni tre mesi mi riappare come un raffreddore.


Speriamo non mi veda. Ecco così, perfetto, le struscio di spalle, alle spalle. Perfetto.


Mi ha visto.


Cazzo.  – Hei! senti un po, che diavolo vuole dalla mia vita quella? Io non ho firmato nessun contratto, nessuna cambiale d’amore. Cristo Santo, siamo usciti dieci volte. Neanche un bacio sulla guancia, neanche a Natale.


Ho buoni motivi per tentare di svignarmela amico.


Solo volevo farlo da gentleman. Pensavo il silenzio fosse il metodo migliore.


Mi ha visto.


Mi ha visto. 


– Ciao.  – Ciao.


Mi è andata di lusso.


 


Posto al bancone conquistato con irrisoria facilità. Siamo degli esperti del settore. I guru, gli istruttori dell’arte dell’abbeveraggio. Questo sarà il nostro punto di vedetta per la serata.


La mia coinquilina ha sotto il golfino una seconda pelle bianca con una scollatura da Grand Canyon. Questo vedo non vedo è erotismo compresso allo stato puro, un flacone di nitroglicerina mille volte più potente di qualsiasi indigestione di pornografia web.


Adoro queste donne.


Due mezzelune pallide e vellutate si sfiorano alla tangente, formando alla base dei dolci pendii, un avvallamento sinuoso nel quale vorrei camminare la mia vita. Il collo piegato di lato, profuma di vaniglia e di terre d’Arabia.


La madre dei miei figli mi respira accanto.


 


Il mio amico belloccio, approfittando della fidanzata che se ne sta fortunatamente in casa, sicuramente a rimurginare e ipotizzare su ipotetici tradimenti e scappatelle dell’avvenente partner, si da da fare, in modo che i pensieri della sua amata, non siano tempo sprecato.


 – Ehi, questa tipa dopo due minuti si è gia proposta di accompagnarlo a casa. Immagino debba avere una casa parecchio confortevole. E di facile accesso.


 – Ehi dico, il mio amico ci sa fare. Bello e spudorato.Niente altro. Ma basta e come se basta. Ma questa è proprio facile. Non è che giungo a conclusioni affrettate. O che sono invidioso. In fondo con un paio di mesi di impegno, avrei potuto rivolgerle al parola anch’io.


Questa è una che ci sta con tutti, quasi tutti, parecchi. Si sa.


Le reputazioni fanno presto a girare, al giorno d’oggi viaggi con uno schedario mentale femminile stampato nella mente.


E poi diciamoci la verità.


LucidaLabbra non credo sia il suo nome di battesimo.


 


Le luci si sono abbassate e il basso a cominciato a rotolarmi da un orecchio all’altro. Una chitarra stride lamentosa su una voce acuta e alta per necessita di cover. Sembrano degli slogan da protesta civile.. Accompagnati da ritmi regolari e potenti di tamburo e pause di piatti.


Il vino sale speziato nel palato e scivola vellutato dentro al gola a distorcere lievemente la realtà. Siamo infrasettimanale baby, andiamoci con moderazione.


 


Le amiche fanno un trenino per raggiungere il bagno. C’è una ressa incredibile e parecchia gente che gia si muove scoordinata o troppo sciolta al seguito del ritmo o del tasso alcolico.


Non sono il tipo da stare li fermo a gustarmi lo struscio e il contatto delle curve femminili dentro la folla accalcata. Preferisco scostarmi, farle passare, ricevermi un sorriso e un grazie e approfittare della distanza, per analizzarle e catalogarle con cura, da testa a piedi.


Ci vuole un pò di professionalità e che cazzo!


 – Questa ragazzi…questa ha un sorriso che la mattina a svegliarcisi accanto, poi potresti anche morire. Per la verità ha anche una minigonna, cazzo se è minigonna e due tette da urlo, che la mattina a svegliarcisi accanto, vorresti farci di tutto, tranne che morire.


 


Il solito gruppo di meridionali che non si sa comportare.


Credo che al ventesimo spintone potrebbe scattare la rissa. Siamo a quota otto, più due pestoni e decina di urla sconnesse nei timpani.


Spero di non arrivarci.


Ho sempre sognato di fare una rissa.


Ma il fatto è che sono troppo sopportatore e so stare parecchio zitto.


E ho una paura dannata di prenderle.


Certa gente non si sa proprio comportare. Sono sempre gli stessi. Sono fastidiosi anche da sobri, figurarsi con della musica in corpo e dell’alcool nelle orecchie.


Non dirmi che sono razzista. Perché a volte lo sono. Sono un razzista di precisione. Non un razzista della massa. Un razzista dell’individuo specifico.


Inoltre vorrei essere anche terribilmente rissoso.


 – Oh si, un vero teppista inglese da pub. Capello rosso, faccia paonazza, canotta unta, pinta sottomano. Centoventi chilogrammi alla ricerca dello scontro fisico.


 – Oh i tipi rissosi hanno un certo ascendente sulle donne. In genere tutti i tipi irregolari hanno una gran vita sessuale.


Io mi sento parecchio irregolare e deviato, ma suppongo non si noti. Ne sono certo anzi.


 


La serata è scivolata via, come un trentatregiri di vinile ronzante sul piatto, in sottofondo al salotto.


Si alzano le luci, terribilmente fastidiose negli occhi rossi di fumo, come un raggio di sole accecante, tre le persiane nella camera buia della domenica mattina.


Ho sessanta secondi di glorioso dialogo femminile con S., nuova conoscente della palestra.


Delle gambe chilometriche e non un filo di grasso, uno strano volto spigoloso da maschiaccio. Terribilmente simpatica.


Il perfetto esempio di connubio amichevole tra uomo e donna, senza la necessaria presenza di sentimento e attrazione. Tra le poche a non fare differenze estetiche, prima di rivolgerti al parola.


Nello schedario sta scritto: “mormorata probabile preferenza per il genere femminile”.


Hei baby, abbiamo gli stessi gusti.


 


La macchina è un congelatore freezer con le ruote, che mi suona ancora di rock & roll, mentre mi riaccompagna a casa.


   

2 Risposte a “ROCK & ROLL BABY!!”

  1. Non riesco a leggerti tutto perchè i tuoi post sono sempre troppo lunghi e io sono sempre troppo di fretta. Non torneremo in Sardegna per problemi di soldi, il calcio femmininile non ha nemmeno un decimo di cio che ha il calcio maschile.

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