THE ITALIAN STALLION.




Carloni. Sono durato due ore questa volta!

Lo dice con un tono da gradasso, di uno che se la sta vantando con gli amici. Ma con la triste consapevolezza di chi sta facendo satira di se stesso senza dover allietare alcun pubblico. Gli occhi non mentono.

Ma va?, gli chiedo con finta ammirazione. Gli do una pacca sulla spalla, stiamo affiancati sul tavolino.

Grande sventrapapere!

Carloni quando gli dice male con una qualche donna si innervosisce. Non è il tipo che si demoralizza: si incazza deciso col mondo. Le motivazioni della ragazza di turno sono davanti ai miei occhi: scarsa presenza scenica, galateo assolutamente assente, una generale trascuratezza, sensibilità non pervenuta, pochi argomenti convincenti. Non è ricco, è un rude, grezzo lavoratore. Carloni è semplicemente in ritardo di due generazioni, andava bene negli anni della ricostruzione. Ma di questo non sembra rendersene conto. Il fallimento è additabile costantemente ad una qualche causa a lui non imputabile.

Adesso se la fa con i negri, la attizzano gli sbandati.

Mi piacerebbe avere la sua autostima. Quando si tratta di donne finiamo per essere incredibilmente coglioni in due versioni diametralmente opposte: per una sicurezza assolutamente pretestuosa o per un indecente auto sottovalutazione.

La giusta via sta nel mezzo e ti apre la strada per mille cosce accoglienti.

Due ore, riprende Carloni. La disperazione che lo attanaglia si manifesta sottoforma di barba incolta e capelli arruffati. Piccole croste di sapone dentro l’orecchio, vestiario scialbo: sembra non esserci bisogno di bella presenza sull’orlo del baratro.

Due ore, compreso il viaggio d’andata, il ristorante, il tragitto di ritorno fin sotto casa sua. E mezzo pacchetto di Marboro Light fumato seduto sul marciapiede davanti alla sua finestra. Che si rendesse conto di come si riduce un uomo.

Molto cinematografico, avrà sicuramente sbirciato da dietro la tenda, ammirando la tua tenacia, lo incoraggio.

Dopo venti minuti è uscita con un vestito da sera e un rossetto rosso da mignotta.

Si chiamava?

Emme puntato Pia.

Dio Cristo, Maria Pia.

Ho finito la sigaretta e son venuto via.

Che scena se l’avessi aspettata fino al rientro.

Non se lo meritava, però poi stanotte ci ho pensato anch’io. Che scena!

Lo vedo assente per un istante e poi : e tu piuttosto smidollato? Glielo hai tirato fuori?

La sto trattando coi guanti, dico, come se fosse di cristallo. Passo il dito sul bordo e mi godo il suono. Finché suona, prima dell’inevitabile rumore di vetri infranti.

Cazzo di sentimentale, sempre positivo eh! Ma a te piacciono le lunghe agonie, mi sa.

Io non ci riesco, fuori il dente, fuori il dolore. Ieri al cinquantesimo minuto le avevo già chiesto, senti, che ne dici se ci mettessimo assieme? Sai che mi ha risposto?

Diresti, si dice diresti! La maestrina.

E allora io: senti che ne diresti se ci mettessimo assieme?

Assieme a chi? mi fa.

Bella ironia, ti giuro che ho apprezzato. Assieme a chi? mi mancava.

Gli do un’altra pacca sulla schiena, di sincera stima. Deve avere una pellaccia spessa così per riuscire a sopportare il tutto. Se fosse un pugile sarebbe un gran incassatore. Le perde tutte ma le finisce tutte in piedi.  Al suo confronto io sono lo spettatore che alla fine del match strappa il biglietto con la scommessa persa. Mi sono goduto lo spettacolo, ho sperato fino alla fine tanto per dare aria alle illusioni, niente occhi pesti, solo morale nerissimo.

Non partecipare è vigliaccheria o sana prevenzione?

E’ una questione di sensibilità nell’assorbimento degli urti. Lo sconquasso è diversamente letale. Nelle battaglie da perdere con le donne si può scegliere di perire subito di morte violenta o farne una lunga malattia. Siamo combattenti più o meno coraggiosi, più o meno generosi. Un esercito in rotta, un esercito in ritirata. Non c’è spazio per noi fra i vincenti e forse nemmeno ci vogliamo stare.

Un amico ubriaco una sera mi disse, mentre mi porgeva le chiavi della macchina implorandomi di riaccompagnare la sua ragazza.

Il bello con le donne, è provarci.

2 Risposte a “THE ITALIAN STALLION.”

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