UNA DISCUSSIONE DAVVERO COINVOLGENTE

:-Ma, vedi Betty,  la delusione in prospettiva futura, non è nemmeno più un aspetto così del tutto inaspettato al giorno d’oggi. Nel senso. Con l’andare degli anni ti abitui a non fare affidamento su determinati elementi. Tipo la costanza, la durata nel tempo, l’inflessibilità, la resistenza, dell’ essere umano. Hai fatto un certo callo, contempli ormai una naturale arrendevolezza, dinanzi alla spiacevole sensazione, costante nell’aria sin dall’inizio, che prima o poi, in modi più o meno invasivi, con persistenze innocue o strascicate nel tempo, la delusione ti scotterà la pelle, le ossa, o ancor peggio l’anima. E, se vuoi smentiscimi, ma credo che ciascuno di noi ne abbia, almeno una volta nella vita o una volta nella giornata, avuto a che fare. E da questo, come i virus, in risposta ad un medicinale specifico, tendono a variare la loro impostazione genetica, così l’uomo, in risposta ad un attacco batterico, tende a rincarare la dose personale di autoprotezione. Nel presente caso, penso si possa semplicemente trattare di un maggior prestar attenzione. Di piedi di piombo, di freni a mano tirati, di fiati perennemente sospesi. E’ un pessimo modo di vivere, mi rendo conto, o per lo meno, è un esistenza camminata anziché corsa. Uno, così, si può anche perdere qualcosa, la sensazione della velocità, l’aria sulla faccia, la cinetica del movimento. Ma ti rimane il vantaggio della bassa velocità, al momento della caduta. Diciamoci la verità Betty, un ostacolo, visti i tempi, visto che i tempi moderni sono screziati dalle manie della gente e che la gente a sua volta è confusa dal disordine degli spazi, un ostacolo sulla strada, dietro l’angolo o penzolante sulla testa, uno se lo deve prospettare. Lo sfibrarsi di un rapporto, il logorarsi di un legame, lo spegnersi di un sentimento, ormai sono tappe a media o lunga scadenza segnalate sul percorso di ognuno. E la maggior parte ormai, e qui ritorno al punto di partenza, dinnanzi ad un evento segnalato, ha assimilato le proprie contromosse. Una strategia personale e variabile di autodifesa. Forse mi dirai, che tutto si riduce a una totale e irriguardosa assenza di fiducia nei confronti del prossimo. Bè, non potrei darti torto. Ecco forse non parlerei di una totale assenza di fiducia. La definirei una fiducia vigilata. Una fiducia con la condizionale. Ma torniamo a noi. A monte di questo discorso. D’accordo sul fatto che le delusioni ormai possano essere archiviate tra le imperfezioni del programma vita, quel che brucia, la vera assenza, è il fattore sorpresa. La capacità di qualcuno di stupirti. L’inaspettato. L’evento da ricordare. Il restare di stucco, la bocca aperta. Se le mancanze, i pezzi del puzzle regolarmente pescati dall’immagine completata, hanno il loro effetto negativo assuefatto dall’abitudine, l’aggiunta, il plus, dato dall’effetto sorpresa, è un evento ancor sin troppo rado e improponibile. E l’amaro in bocca sta proprio lì, quando su un circuito a onde medie, quando dentro la normalità quotidiana, non è il crollo che ti ferisce, ma l’incapacità di fare il passo in più e di evitare quello in meno. L’assenza della capacità di elevarsi al livello superiore. E l’impossibilità di evitare il rovinare sul fondo. La normo-media è assassina. La banal costanza ferisce. Il finto sapere conquista, illude e poi vergogna. La sorpresa costruita dura un battito di ciglia. L’originalità naturale è un potere impagabile ma a pochi esclusivo. Il colto ha imparato il suo sapere a scopo riproduttivo ma ha registrato i dati dentro al cuore e sopra la decenza. Ai bassi livelli, alle situazioni estreme, sorpresa sarebbe anche riuscire a non deludere. Quando la non perdita, è la miglior conquista. Bè Betty, forse ora tu mi dirai che, in un qual si voglia rapporto, l’effetto sorpresa non può essere la costante quotidiana, che ci sono cose più importanti della ricerca del colpo a sensazione. E ti do ragione. Ma semplicemente perché lo stupire, il sapore dell’inaspettato, ha un potere talmente elevato rispetto all’amaro della delusione o al neutro della monotonia, che la quantità è irrilevante, ed è il solo fatto di accadere, a bastare. Ed ora tesoro, per favore, dimmi cosa ne pensi. Sei d’accordo?Mi piacerebbe avere la tua opinione.

:-………

:-Ehi Betty, hai sentito?

:-……………

:- Betty!

:-…………

:- Oh ma stai dormendo?

Dorme.

5 Risposte a “UNA DISCUSSIONE DAVVERO COINVOLGENTE”

  1. E c’é chi -già eccellente in altre campi- con l’effetto sorpresa da il meglio di sé.

    Aprendo cuori e donando brividi di quelli che si infilano sotto la pelle senza andarsene mai.

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