UNO A ZERO. (primo tempo)

E’ morta la mia vicina di casa. Quaranta e qualcosa. Troppo giovane o anziana a sufficienza -, giudicate voi a seconda del grado di pazienza che portate nei confronti della vita. Per quanto mi riguarda, io che ne ho frequente le tasche piene adesso, a quell’età suppongo di poter essere arcistufo. Ma d’altronde, secondo ilmiopsicologopuntoit, già ora riporto tutti i sintomi della depressione lieve. Flessione dell’umore, sentirsi spenti, nessun coinvolgimento, niente entusiasmi. Annoiato, apatico, irritabile, di cattivo umore. Tendenza al pessimismo. Ri-mur-gi-na-re. Freddezza e distacco. Sensazione di ridotta energia: sentirsi stanchi al mattino. Insonnia o il non averne mai abbastanza.
Differisco solo alla voce – scarsi stimoli sessuali -. Ma a farmi rientrare nella statistica, qui ci pensano Claudia e la sua innata capacità al rendersi irraggiungibile.
Clau-dia! E’ un anno che ti rincorro. Come mezzofondista, faccio de-ci-sa-mente pena.
La morte riesce a momenti, ad incuriosirmi mica poco. Ve lo devo proprio dire. Interesse, mica fifa. Volevo metter su un gruppo d’ascolto, tra appassionati. Studio del timore reverenziale nei confronti della. Perché e percome. Una roba così. C’è da farci delle gran discussioni. D’altra parte, c’è poco da fare, l’avversario, la vita, porta con se un’alta possibilità di saturazione e mezzi non sempre idonei all’evitare tale accadimento. Siam finiti a parlare del meteo affacciati su una notte stellata. Va che gambe quella mezza stagione. La morte, all’opposto, è indubbiamente quanto di più variegato e sorprendente ci sia in circolazione in termini di tempistica, metodo e destinatari.
La vicina di casa, s’è beccata un viruz, ad esempio, roba di nicchia. Raramente se n’eran visti di simili in circolazione. Eventi che fan clamore al paesone, come una visita pastorale dell’esimio signor vescovo. Domeniche che ti tocca metter fuori i vasi dei fiori buoni sui marciapiedi, dopo averli spazzati per bene. E poi via con le ciance, i discorsoni, che non ci pare vero d’aver qualcosa al di là del meteo. Crepare fuori media, qui, fa sempre un gran polverone. Le morti fuori dal seminato si portan sempre appresso il loro strascico di dubbi e dicerie. Morire in anticipo e morire mare, scombussola quelle due, tre, presunte garanzie che uno pensa di aver meritato in cambio di un’onesta partecipazione. Alla gente gli monta il dispetto. Tocca trovarsi una giustifica, ed è sempre la più becera. Oltre ad esser morto di sfiga, passi anche per traditore. La soluzione a quello che non può essere del tutto motivato, è da sempre la magagna. Il marcio che c’è sotto. La puzza di bruciato. Un’infinità di coglionate. Se non muori col tumore o con l’infarto al paese, ci avevi sicuro qualcosa derivante dal vizio più innominabile. Va da sè che il fegato della buonanima, fregato da non si sa quale batterio, al paese dopo se l’era già rovinato la bottiglia. Tirare deduzioni secondo teorie causa-effetto classiche, è pratica sempre feconda all’ombra del campanile. Questo per dire, quanto a volte, sia meglio starsene in un condominio della periferia, dove non ti saluta nemmeno lo zerbino. Salve!La Fernanda se l’è squagliata assai in fretta. Non dico che abbia colto l’occasione, ma mi ero fatto quest’idea, di una insofferente. Le notizie ufficiali e non, lasciavano presagire dal poco di buono al pessimo, a seconda di quanti aliti pesanti avessero attraversato. Dato per scontato l’augurio collettivo della guarigione e dell’immortalità, la realtà dei fatti è che ognuno, nella speranza, nel dio, o nella casualità, s’era fatta una sua idea sulla tempistica. Io m’auguravo, detto fra noi, che se l’irreparabile proprio dovesse accadere, che capitasse mentre me n’ero in ferie all’estero.
 
 

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