VERSI SULLA FICA E SULLA SECCA.

Che fossi un tizio fine,
gentelman,
bifolco,
volgarità dalla bottiglia vuota.
Del bagnato c’è sempre, all’origine del modo.

Ma noi si è gente solitaria,
niente coscìe e certi giorni, aride pure le lingue.
Appiccica alla tovaglia cerata il gomito,
la stanza è tenuta in ombra.

9 Risposte a “VERSI SULLA FICA E SULLA SECCA.”

  1. no beh, più che altro perchè il moltiblog sta per aprire i battenti.. manca solo il nome, io e la giò ci stiamo lavorando… sarà un successone! vedi di ritrovare il lume poetico, chessò, rimettiti nelle mani di apollo ti prego! ad ogni modo non invidiarmi, periodi così li ho passati anch’io, e parecchi pure!

  2. si,pianura è bello! che poi è piùfacile andare in bc,se uno ce l’ha. ma ancela panda dlla pista fa meno fatica…maledizione a quelli che ieri sera strombazzavano e giravano col megafono gridando “ma chi cazzo siete voi!”. che io stavo finendo di leggere “la masseria delle allodole” maledetti bifolchi.

    pista

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