EFFETTI COLLATERALI DELL'ALCOOL.

E’ strano, o forse non lo è affatto, quante ragazze un eccessivo quantitativo d’alcool nelle vene, ti possa far venir voglia di baciare.

Due nello stesso giorno.

Ed è strano già dire baciare, perché da sbronzi, risulta più facile finire su campi prettamente sessuali. Ma invece è proprio baciare. Non so che tipo di bacio, dato che tutto si è esclusivamente limitato, come nella mia norma, alla pura intenzione. Ed era pura per davvero.

Forse avevo raggiunto l’equilibrio alcolico.

Il livello nella scala graduata dell’etile, al quale la lingua è sciolta e rotola a mille dentro la bocca piena di parole, ma la mente riesce ancora a controllare e selezionare i pensieri.

Quindi per un po’, quel paio d’ore a cavallo fra l’inizio, e la sbronza forte, e il secondo momento, quando un paio di analcolici hanno riportato i valori ad un livello più consono per un essere umano, sono stato nel settore, “loquace senza scadere nel banale”.

Uno stato d’essere, che per uno mediamente silenzioso e altamente impacciato col gentilsesso come il sottoscritto, sarebbe, riuscendo a instaurarlo come normalità, paragonabile ad oro che cola.

Il Sacro Graal. La Spada nella Roccia. Gli spinaci di Braccio di Ferro.

Bè in effetti ero quasi al top delle mie possibilità.

Quasi. Avevo solo un sonno bestia e troppi amici nei paraggi. E gli amici mi imbarazzano più della migliore e irraggiungibile delle sventole. L’idea che mi vedano nella mia fase sensibile mi atterrisce. Solamente perché sono convinto che potrebbero rimanere stupiti. E avrebbero sicuramente qualcosa da dire poi. E non mi va che le persone con le quali mi mimetizzo così bene, poi mi colgano con le mani nel sacco della mia vera farina. Loro non devono sapere.

Quindi non si è fatto niente.

E’ rimasta solo la voglia del gesto.

E il rumore degli ingranaggi che sfregavano cercando e studiando strategie di conquista. Suppongo di avere però in dotazione, un processore troppo lento e vetusto per lo scopo. "Gentile utente, siamo spiacenti, ma l’applicazione APPROCCIO, richiede almeno un Pentium cinquemila o superiore".

Io credo di essere fermo al Centotrentatre di metà anni novanta.

E di conseguenza, mentre attendo pazientemente che il sistema carichi la schermata iniziale, i tempi tendono a scadere. E le ragazze vanno a casa. Mi ci vuole un buon tecnico. E un aggiornamento della RAM.

Ma per il resto, sono a buon punto.

Ho raggiunto la sicurezza fisica. I difetti, che dovrebbero farmi impallidire, non mi fanno più paura. Mi sono creato dei punti a mio favore sui lati umanamente migliorabili, per equilibrarli. Punti che molti altri non hanno, e che mi portano perlomeno in pari. 

Sono in una discreta posizione di classifica. Ora mi serve, la spinta per emergere. Tipo della fiducia nei mie mezzi. E mezzi ne ho. Anche interi. Solo non so come metterli in moto. L’alcool in eccesso alla fine potrebbe essere anche controproducente. Meglio trovare dei rimedi naturali.

Si ma quali?

Sono sul palco dei premiati per la foto di rito, ma davanti a me ci sono dei tipi alti due metri e grossi come armadi. Mi tocca saltare sulle punte. Ehi, mi vedete? Sono qui, sono qui.

Sono qui dentro un pickup, di ritorno da uno dei sabati più alcolici che mi ricordi ultimamente. Seduto nel sedile dietro con lei, come dentro un taxi. L’amico F davanti fa d’autista, forse un po’ geloso, all’inizio ha fatto delle storie. Vieni davanti o non parto. Ora guida come un forsennato e fa le curve a mille, così dice che ne posso approfittare per finire involontariamente addosso a lei. Mi piacerebbe eccome, forse piacerebbe anche a lei, ma non lo voglio credere. Preferirei succedesse in una maniera più galante.

Nonostante l’alcool in corpo, penso come un gentil uomo.

Non ho neanche il coraggio di guardarla, mentre davanti si scherza su baci e limonate da sedile ribaltabile.

Però nelle luci della notte, i brillantini attorno ai suoi occhi……sono come stelle nel firmamento del mio cuore..

Che diavolo c’era in quelle birre? Zucchero? La pozione dell’amore?

Phu! Phu! Non posso essere così romantico.

E non posso essere così pirla. Così, così tutto. Da stare in silenzio, mentre gli altri ci provavano al pomeriggio con una mia vecchia fiamma. Che forse non è poi così passata. Che forse c’è ancora qualche focolare residuo dai passati incendi. E io lì in silenzio, per non scadere nelle banalità come gli altri, per tapparmi le orecchie e non sentire. Per cercare di non guardare quella scritta Millenium in cima al suo sedere. Per cercare di non tornare con i ricordi a qualche anno fa.

Forse l’unica volta che mi ero quasi inna.. Uhm, come si dice? Inalberato? Ingarbugliato? Innaffiato. Ahhhh sì, innamorato! Vabbè, ma quasi eh.

Comunque, porcaputtana, ragazzi non bevete. Che l’alcool fa male.

 

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