Quando Katrinka mi lasciò, ebbe la pessima idea di farlo nelle ore immediatamente successive alla domenica. Il giorno del signore, dei calciatori e delle coppiette. Mi lasciò in uno dei modi classici, sparendo del tutto, completamente, cancellando ogni sua traccia nel giro di una notte. Un lavoro certosino tanto che, tra le varie cose, pensai di essermela sognata da sempre. Uno di quei sogni lunghi, ripresi e intervallati, che certe notti ti prendono e ti lasciano al risveglio, mentalmente sfinito. Ero un uomo dalle pessime abitudini, nel senso che non ne avevo nemmeno una. Niente attività sportiva, niente interessi culturali, niente hobbies. Dopo il lavoro aspettavo solo che si facesse notte per infilarmi a letto. Lasciarmi di lunedì, da parte di Katrinka, fu un colpo veramente basso. L’amore di coppia, il sentimento in generale, ha questa spiccata funzione di traghettatore, anchorman, attraverso le peripezie del esistenza. Un passatempo ben congeniato se hai una fidanzata con delle tette grosse, un toccasana per il profilo basso del morale se ti capita di averci pure dei punti in comune a livello caratteriale. Di Katrinka mi piacevano quel suo accento caratteristico dell’est e quel suo modo eccelso di sbagliare i congiuntivi. La settimana in cui mi lasciò passò con una lentezza così formidabile, che avendo avuto qualcosa da fare, uno si sarebbe portato avanti una vita. La mia di vita invece si trovò nuovamente ferma in panne ad una stazione di servizio. Non avevo tutta questa fretta di morire. Chiesi alla barista un tramezzino cotto e formaggino ed un aranciata. Mi era presa una gran fame improvvisa. Come tutti gli uomini freschi di abbandono, avrei dovuto darmi ad un breve ma intensissimo periodo di struggimento interiore. Faccia sbattuta, barba incolta e grosse sbornie per dimenticare. Ma per quanto mi sforzassi, il tessuto del divano continuava a sembrarmi così comodo e nessun senso incontrollabile di mancanza sembrava voler impossessarsi delle mie interiora. La sera di mercoledì tuttavia, scoprii di annoiarmi così tanto che presi a leggere un libro. Arrivai in fondo quella stessa sera, seppur si trattasse di un malloppo di diverse centinaia di pagine.
buon we e quanto è scritta bene questa cosa beso nina
Purtroppo sono abbastanza furbi da farne una versione economica, per cui sarà anche povero il capofamiglia che lo comprerà ed andrà a puttane (poco costose) 😉
E comunque sempre viva le tette grosse!
ma i dokken sono ariani! vanno rispettati.
pista
Buongiorno sior Mart
🙂 …non è che le ascolta ‘sta roba qua Shiny Toy Guns, stamane mi serve un esorcista per smetter…
Hello little boys, little toys
We’re the dreams you’re believing
Crawling up the walls
Running down your face
Razor sharp, razor clean
Feel the weapon’s sensation
On your back…
With loaded guns
salutissimi per la fine della settimana
Magari gli addii fossero così? O forse no. Mi è piaciuto.
Bellissimo, mi piace un sacco.
E mi mancavi.
Mart, piuttosto… c’è SegretariAlenka che mi ha chiesto il tuo numero di telefono 😛
dice che ha un problema con la stampante che quando è spenta non funziona bene e le servirebbe una mano 😉
devi ben sperare che non si soffermino più di tanto, allora.
…una IV è una taglia più che sufficiente per catturare ogni movimento saccadico e annullare qualsiasi pensiero filosofico sulla Noia …il confine con Moravia si assottiglia quando anche la ragazza viene a noia
:)) ma ribadisco il concetto …nel frattempo che si fa?
evidentemente guardi solo quelle col culo alto e le tette sode…o viceversa.