AL DIAVOLO.

Il panfilo di Johnny Goodner, il Narwhal, dove stavano aspettando Roger Davis, aveva la prua rivolta verso la bassa marea e a poppa dell’imbarcazione, ormeggiata allo stesso pontile, così vicina che i due grossi cabinati si trovavano poppa a poppa, c’ era la barca della comitiva che aveva passato nel locale di Bobby tutto il giorno.

Johnny Goodner sedeva a poppa, in poltrona, con i piedi su un’altra poltrona e un Tom Collins nella destra e un peperoncino messicano, verde e affusolato, nella sinistra.

“E’ fantastico” disse. “Ne mastico solo un pezzetto e mi sembra di avere il fuoco in bocca, allora lo spengo con questo.”

Staccò il primo boccone, lo inghiottì, emise un profondo sospiro, “fiuu!”, tenendo la lingua arrotolata, e bevve un lungo sorso dal bicchierone.

Il grosso labbro inferiore lambì quello superiore, sottile e irlandese, e lui sorrise con gli occhi grigi. La bocca gli s’incurvava agli angoli verso l’alto, sicché pareva sempre stesse per sorridere, o che avesse appena sorriso, ma la bocca diceva ben poco di lui se non badavi alla sottigliezza del labbro superiore. Erano gli occhi che bisognava guardare.

Aveva la taglia e la corporatura di un peso medio un poco appesantito; ma sembrava in forma, là seduto coi nervi distesi, quando chi è veramente giù di forma ha una pessima cera.

Il viso era abbronzato ma si stava spellando sul naso e sulla fronte, che si alzava col recedere dell’attaccatura dei capelli.

Sul mento aveva una cicatrice che si sarebbe potuta prendere per una fossetta se fosse stata un po’ più vicina al centro e il naso era stato appiattito in modo appena percettibile. Non era un naso schiacciato. Pareva solo che fosse stato fatto da uno scultore moderno che lavorando direttamente sulla pietra avesse tolto appena l’ombra di una scheggia di troppo.

“Tom, ignobile individuo, cos’hai fatto di bello?”

“Ho lavorato abbastanza regolarmente.”

“Ne saresti capace” disse lui, e staccò con un lungo morso un altro pezzo di peperone.

Era un peperone lungo una quindicina di centimetri, molto vizzo e rugoso.

“Fa male solo la prima volta” disse. “E’ come l’amore.”

“Col cavolo, i peperoni sono armi a doppio taglio.”

“E l’amore’?”

"Al diavolo l’amore” disse Thomas Hudson.

 

(…da “Isole nella corrente” – E. Hemingway)

 

14 Risposte a “AL DIAVOLO.”

  1. Okkey!!!

    Affare fatto…………….prima passiamo dai miei, poi dai tuoi…così rendiamo felici due famiglie…….

    PS. ma dopo 9 mesi non si chiederanno come mai al posto di un pupo sono uscite solo piume d’oca???????

  2. ecchennesò, io? A me l’hanno raccontata sta storia, mica l’ho vista coi miei occhi… Non so, magari puoi provare ad andare al mercato così… chissà che…

  3. sempre lieta di poter essere d’aiuto!!! :-)))

    Un dialogo simile a questo c’è nel film Le relazioni pericolose, che ho visto l’altra sera…

    Uma Thurman, reduce da una notte di sesso con Malkovich, si confida con Glenn Close e dice di vergognarsi, lei risponde: La vergogna è come quello che hai appena fatto, fa male solo la prima volta… :)))

  4. Allora, tesorino, io questa settimana ho lavorato troppo, siamo tutti d’accordo, vero? Quindi me la merito ancor più del solito la mia dose di birra chiara e fresca del venerdì sera all’incrocio, dico bene? Ah ecco.

  5. Acc qnt scrivi, faticoso starti dietro col poco tempo che ho….sai capitai qui x caso…il post della velina… e continuai un pò la storia, poi nn so come xsi il tuo link, ma ki la dura la vince, ed eccomi di nuovo qui. Visto ke si parla di libri, beh ieri ho preso l’ultimo di Banana… cmq, vorrei consigliarti N. Hornby, in particolare How to be good… spero magari di risentirti in merito… vero, troppi autori in comune! eheh Ciao Mart D*

  6. Digerisco benissimo i peperoni. Tutti si stupiscono della cosa.

    Quelli nostri però, non i piccanti…

    Baci

    (oggi chissà perchè non sento il venerdì, mi sembra, che so, martedì. molto male.)

    Alle

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