(ANDIAMO SULLA STATALE, A GUARDARE IL CANTIERE PER LA POSA DELLE FIBRE OTTICHE)




Se fossi sentimentale, sentimentale al modo delle femmine, il modo ipersensibile a qualsiasi sfiorare e più propenso ad una logica passionaria che razionale, bè se fossi quel tipo di sentimentale, forse la scena mi sarebbe parsa più tenera che triste.

Ma allo stato dei fatti, di un’ottica ormai deviata, da cosa poi? dalla lucidità o da una colossale fase di rientro, difficile a dirsi, insomma allo stato attuale, ben poco altro, di più triste, mi è capitato di vedere. Nemmeno la scena a colori (verde e grigio, primavera inoltrata sotto nubi gonfie di pioggia) può molto, pur provandoci con sfarzo di colore ma poca variabile di tono, per migliorare lo stato d’animo della visione in se. Un bianco e nero sarebbe stato, una sorta di apologia della decadenza. Ma siamo per ora, ancora contrari a tale reato.

Un vecchio spinge una carrozzina lungo la passeggiata che corre a fianco della statale. Un vecchio molto vecchio, così a dire, settanta portati male e certe guance penzolanti, che ricordano non so quale cane britannico. Un vecchio al quale manca del tutto, l’aria bonaria del nonno. Non per niente, sino ad ora, lo avevo sempre notato nella sua veste di contadino. Carico sulle spalle di un peso non visibile, elogio del mal vissuto, di quei volti rassegnati dei documentari sull’est Europa. Ma senza il folclore di un qualche vestiario zingaro addosso, di una sigaretta arrotolata a mano, di un fuoco acceso e il fumo a invadere la scena. Niente di niente. Un vecchio fuori luogo nel reparto delle babysitter, anche a chiamarlo old man o grandfather. Un vecchio che spinge una carrozzina e non capisci, tra nonno e nipote, chi sia il protetto e chi il protettore, chi sia d’aiuto a chi, chi sia di consolazione a chi.

La passeggiata dal canto suo consta in un nastro d’asfalto, una staccionata in legno a delimitare, due fasce d’erba ai lati. E non è che ciò aiuti. A valle nessuno taglia mai i cespugli di rovi, né le acacie che crescono infestanti, a loro volta strozzate, da certi rampicanti arrembanti. Se debbo dire, una passeggiata alquanto sciatta. Da passante non abitudinario, mi farebbe preferire, a livello di interesse, voltare l’attenzione verso la statale piuttosto che verso l’ipotetico ribollire verde della natura. Ma è probabile io stia diventando totalmente insensibile, se non restio, a ciò che non è controllato a livello estetico, dentro o fuori gli stabilimenti.

Sulla corsia di marcia destra, certi operai extracomunitari, attrezzati di moderni macchinari, lavorano all’interramento delle tubazioni per le fibre ottiche. Avrei qualcosa da ridere sull’allestimento del cantiere e sulla viabilità modificata. Ma sorvolo poiché opero nel settore e non sono sufficientemente anziano per dedicarmi a tale tipo di passatempo. In compenso i dati scorreranno presto sempre più veloci dentro questa crepa nel porfido e nella noia che è la vallata. L’attraverseranno senza nemmeno sollevarle la polvere dalle vetrinette dei soggiorni, la fenderanno cinque piedi sotto terra per arrivare a luoghi più ricettivi. La lasceranno nella sua inettitudine e ottusità da vecchia che non vuole crescere, mentre io sarò giovane, controcorrente e indifferente. E allora Amore, ti potrò presto lasciare via skype, riducendo così le distanze dalla codardia e dalla mancanza di tatto.

Ci sono cose in cui dopo i trenta riesci benissimo. Una di queste è deprimerti per avvalorabili motivi. Ci sono cose per cui i vecchi non sembrano mai portati. Una di queste è spingere una carrozzina dal design decisamente anni ottanta, con dentro un ipotetico nipote. Altre cose riescono diversamente agli anziani benissimo, per via della non quantificabile esperienza. Trasformarsi in accumulatori di sofferenza e tentare di sollevarsi parzialmente di tale peso, con una distribuzione sfrontata, quanto che giustificabile. Per questo, l’osservazione di un contrasto visivo così forte, fra vita e morte, dovrebbe essere evitato a chiunque. Soprattutto ai protagonisti stessi.

2 Risposte a “(ANDIAMO SULLA STATALE, A GUARDARE IL CANTIERE PER LA POSA DELLE FIBRE OTTICHE)”

  1. Io quando guardo i vecchi mi chiedo sempre se sarò mai più vecchia di loro.
    Comunque vada finalmente questo blog è bianco ed io, che non te l'ho mai detto, non mi cieco! (voce del verbo cecarsi. E' una leziosità che ci concediamo ogni tanto noi terroni sanguigni …).

    Bacio a schiocco.

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