VISTA IMPARZIALE SUL TURISMO MALDESTRAMENTE SESSUALE DI ALCUNI ITALIANI.

Immagine d’apertura.

C’è un tizio dal fisico vagamente sportivo, ma pelato. Tipo uno che mi assomiglia, ma meno intelligente, dato che è capodanno. C’è un locale che si vanta di essere messicano. Ma meno messicano perché ha bensì un tizio con il sombrero fuori dalla porta, ma è sul suolo della nazione germanica. Non preoccupatevi. Il tizio col sombrero è un immigrato turco ed ha su una giacca invernale della Colmar. Detto tra noi. Secondo me è un manichino.

Ambientazione.

E’ una tarda notte come un’altra, ma meno come un’altra. Perché purtroppo è capodanno. A capodanno gli sceneggiatori costringono le comparse a recitare qualcosa di extra ordinario, perché lo spumante di mele si vende poco. Inoltre le chiappone si ostinano a non comprare i perizomi rossi. Bisogna aiutare la sociètà, che la società non ti aiuta. Ti fotte. In ogni modo il tipo pelato ma longilineo, si trova in questo pub centroamericano ma privo di cactus, con delle altre anonime presenze sue conterranee. Ora pare che questi tizi siano italiani, ma del profondo nord. Tipo di una regione che fino a non molto tempo fa, apparteneva all’impero austro-ungarico. Per aiutarvi vi dirò che questa regione non ha sbocchi sul mare. I suoi abitanti inoltre, non sono noti per la loro affabilità, socialità e predisposizione all’interscambio personale. Fortunatamente hanno delle altre qualità. Si ma quali?

Trama della sceneggiata.

Ora, questi alcuni che non potremmo definire bei ragazzi, ma neanche però simpatici come in genere succede alle vostre amiche cozze, avevano bisogno di riprodursi e di lasciare un segno del loro passaggio all’umanità futura. Quello muscoloso ma pelato, dall’alto della sua esperienza teorica, aveva fatto notare che a tal scopo, sarebbe semplicemente bastato firmare il libro dei visitatori.

Ipotesi di trama.

Considerato che sul territorio nazionale le loro intenzioni sarebbero state smascherate all’istante grazie all’arguzia e alla freddezza delle abitanti, il nugolo di compatrioti aveva sagacemente deciso di puntare sui territori stranieri, nei quali è universalmente noto, le ragazze sono ingenue, sprovvedute e conseguentemente facili.

Cambio di scena.

Un gruppo di filippini nella terra natale a inizio dicembre davanti ad un sakè. Nel mentre dell’organizzazione delle vacanze di capodanno. Essi dicono esattamente le stesse cose delle ragazze italiane.

Immagine inserita a frammento.

Un giovane filippino lucida l’argenteria in una residenza milanese, mentre al di la di una porta socchiusa, la sua signora (quarantenne), cavalca il giardiniere afroamericano con gli addominali.

Ritorno alla scena madre.

Ormai tarda ora della notte di capodanno. Cielo stellato, temperatura ingiustamente mite. Vista aerea a bassa quota della città. Residui dei festeggiamenti sulle zone commerciali. Cocci di bottiglia, residui di polvere da sparo, lampeggianti di soccorsi d’emergenza e forze dell’ordine. Umanità (vabbe…) che deambula in gruppi lungo marciapiedi. Locali dalle serrande abbassate. Giapponese vomita in un tombino. Italiani del sud che adescano donne locali al Bar Centrale. Un buttafuori negro sull’ingresso di un disco bar notturno interrato pieno di marines americani e fiche bionde bianche anoressiche. Barbone con bici con carretto e due cani al traino. Vetrina con pelliccia in supersconto. Da quattordicimila a quattromila euro. Nazi tedesco caduto a terra in coma etilico o per ignoranza sul perimetro dei festeggiamenti. Indifferenza generale. Comparsa italiana, tipo sensibile ma pelato, ulteriore brava ragazza italiana con basi di primo soccorso, lo rimettono in piedi. Indifferenza generale. Il nazi abbraccia un pilastro quadrato. Una scritta in pennarello. Pisa merda, Ciccia ti amo, 03/10/2001. L’aereo delle riprese cade colpito da un fuoco d’artificio amico (americano).

Alcune scene riassuntive mandate a doppia velocità.

I protagonisti arrivano nella hall dell’hotel. Notare la differenza dei loro abiti rispetto ai presenti. I protagonisti prendono possesso delle loro camere. Visitano un famoso museo locale.

Scorcio sul pubblico in sala.

Sbadigli. Molti dormono. Un tipo fa lo scherzo del cartoccio dei popcorn alla sua nuova ragazza bionda con l’apparecchio. I protagonisti sono a tavola. Visitano uno stadio locale. Notate le nuove architetture della periferia. I protagonisti sono a tavola. Non si sente di cosa parlano. Non sarebbe comunque interessante. Acquistano i canali porno tramite il servizio in camera. Scene di masturbazione. I protagonisti per le strade del centro. I protagonisti sono a tavola. Belle donne transitano sui marciapiedi a fianco dei protagonisti.  I loro colli roteano in maniera innaturale. Alcune donne degnano di sguardi il tipo pelato ma affascinante.

Il pubblico sbuffa. Il riassunto viene interrotto. E’ ora di finirla.

Scene clou! (ahahahah!)

I protagonisti dentro al bar messicano ordinano dei drinks molto forti. Per alcuni di loro la regia ha diversamente previsto l’uso di analcolici in quanto trattasi di mezzeseghe. Il tipo che una volta aveva dei capelli inguardabili e ora si ritiene fortunatamente pelato, ordina un assenzio. Il barman prepara un intruglio con del succo d’arancia e della polverina bianca. Hemingway e altri suoi amici dell’epoca si rivoltano nella tomba. Immagini di repertorio gentilmente concesse dall’archivio parigino. La parola “sexuality” riecheggia dentro al locale. I messicani stanno tutti dormendo. I protagonisti si accorgono di due essere femminili abbandonate in un angolo e si ricordano dell’obiettivo della spedizione. Mangiare. Nein! Nein! Nein!! Il regista irrompe sulla scena alquanto incazzato brandendo un megafono. Ha due baffetti alquanto sospetti. Scopare! Sheise! Scopare! Era scopare a quanto pare. I protagonisti si fanno spiegare dall’interprete, il significato ontologico del termine.

Al tipo pelato ma depilato viene passata della cipria sulla fronte. Ripartono le riprese.

I protagonisti bofonchiano qualcosa fra loro riuniti in crocchio sospetto. Il più bello di loro viene mandato (o si offre volontario?) ad adescare le tizie. In genere non succede mai. C’è stupore sul set.

Cambio di inquadratura.

Il cameraman indugia sul seno di una delle due tizie. E’ abbondante, d’altronde come tutto il resto. L’altra tizia ha un nome elegante e i capelli corti. Viene colto l’attimo in cui le due notano un tipo dall’aria simpatica ma pelato, che le raggiunge e biascica una domanda in uno strano idioma. Idiota. Quando beve, ma anche da sobrio a volte, all’attore capita di mangiarsi le parole. Fortunatamente le tizie hanno studiato il copione e al quarto tentativo ricordano che devono dire, si, e ordinare dei cocktail. Panico nel dietro delle quinte. Il locale sta chiudendo. Sono rimaste solo birre. Gli attori si adeguano rapidamente. Bevono anche quelle. Inizia uno scambio di battute. Il tipo dal sufficiente inglese ma pelato, intrattiene le ragazze con frasi di rito. Sembra prendere coraggio.Il resto dei protagonisti è messo in secondo piano dall’improvviso sharme che il loro socio sembra dimostrare. Nel locale scoppia qualche protesta, gli spettatori vogliono andare a dormire. La troup viene sbattuta fuori sulla strada, il tizio messicano col sombrero che stava sull’ingresso, viene trascinato a braccia dai due gestori, all’interno del locale. Le serrande si abbassano. Un aiutante di scena passa del viagra al tizio pelato ma sessualmente indifferente. Questi le passa ad un ciclista che transita in quel momento sulla ciclabile. Duecento metri più avanti il biker si schianta ai novanta orari contro un ristorante turco. Interruzione delle riprese per un edizione straordinaria delle news. Il ciclista era Marco Pantani.

Scena finale, grazie a dio.

La tipa longilinea dal capello corto che sembra Lady Diana prima di morire, cammina fianco a fianco ad un tizio dal passo elegante ma pelato, lungo il marciapiede destro della Zweibruken Strasse. Luci di natale, nebbia bassa sul fiume, cielo stellato, una sirena in sottofondo.Lui le parla amabilmente ed ormai bel calato nella parte, della mancanza di stimoli e rapporti sociali nel suo ambiente di lavoro, e della nuova impronta che vorrebbe dare allo stesso. Lei sembra essere d’accordo. C’è feeling. Anche se il regista – lo si sente sbraitare fuori campo –  ha bisogno di una rapida svolta. More banality, more banality, lo si sente urlare. I need sex! Oh fuck! Sex!Sex! Not bla bla bla.. Ma ormai i dialoghi sono fuori controllo. Non si sa come ma il tizio intellettuale ma pelato, finisce per parlare del libro di Marcuse che sta leggendo. Dannazione. La tizia non lo conosce. Dannati attori impreparati. C’è un momento di imbarazzo. La protagonista potrebbe risolvere il tutto baciando il protagonista, ma l’idea pare non la tocchi minimamente. Il protagonista dovrebbe assolutamente pisciare.

Viene inserita un immagine subliminale delle cascate del Niagara.

Poi il cameraman scova fra i tetti, l’insegna verde dell’hotel del protagonista. Ci siamo. E’ la salvezza per tutti. Vengono ripescate le altre comparse. I soci del protagonista e la tipa tettona. Vista la loro inutilità la produzione decide di sacrificarli in una sparatoria. Mel Gibson e Bruce Willis vengono catapultati sul set, ben appesantiti di lenticchie e cotica. Mel Gibson vuole crocifiggere qualcuno. Bruce Willis vuole un aspirina. La tipa tettona tira un rutto e si massaggia la pancia soddisfatta. I tizi italiani mormorano fra loro che l’anno prossimo andranno in Repubblica Ceca. Li puoi scegliere quale scoparti ad occhi chiusi.

Le immagini tornano sulla scena madre.

E’ deserta. Una volante bianco verde della Polizei in mezzo all’incrocio. Lampeggianti spenti. All’orizzonte la tipa che assomigliava a Lady Diana, sta per imboccare un tunnel sottopasso, mentre nell’aria, suona una canzone di Elton John. Il tipo rilassato ma pelato sta pisciando finalmente contro il portone di un abitazione.

Poi sulle immagini finali, scorrono i titoli di coda.

Una stanza d’albergo. L’obiettivo zooma sulla tv accesa. Scene di sesso. Poi si sposta su un letto perfettamente rifatto. C’è un libro sopra la federa. Poi un altro letto. Scene di sesso. Solitario.

22 Risposte a “VISTA IMPARZIALE SUL TURISMO MALDESTRAMENTE SESSUALE DI ALCUNI ITALIANI.”

  1. rieccomi!

    capodanno? what’s capodanno???

    ho già dato, grazie, e non mi piace vedere quanto misera sia l’umanità!!!

    ps: ti sei dimenticato volutamente il trenino con brigitte bardot bardot?! 😉

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