MA NON STARAI MICA PIANGENDO? NO E’ CHE MI E’ ANDATA UNA BRUSCHETTA NELL’OCCHIO.

“Con le ragazze continua ad andarmi male”. Avvenimento – sicurezza matematica, ormai riportato sui dizionari alla voce luoghi comuni. Lo si trova a pagina trentasette, subito dopo “I terùn ga mia voia de laurar” e appena prima de “ Cicc, a Milano ccce sta sempre la nèèèbbia”. Il problema è che a Milano una volta ogni tot è sereno e si riesce a vedere oltre i cinquanta metri. Di più no, perché poi entra in ballo lo smog. E anche al sud, se il mare è troppo freddo o metti che piove, uno che fa. Per ammazzare il tempo, capita che uno lavora. C’è anche chi, per lavoro, ammazza qualcuno. Ma quella è un’altra storia.

Invece con le ragazze continua ad andarmi male. Trecentosessantacinque giorni all’anno.

E’ fondamentalmente un problema di orientamento sessuale. Cioè della tendenza maschile, nei gusti femminili. Bisogna essere nel target del momento. Ed è li il difficile. Le donne hanno un loro indice azionario con quotazioni che salgono e scendono in base al gradimento. Bisogna sapersi vendere al momento opportuno. Cogliere l’attimo in cui le proprie caratteristiche sono premiate e ricercate dal mercato.

Ad esempio inizio anno andava molto il genere, brutto ma simpatico. Insomma, l’uomo non necessariamente piacente, ma che la sappia far sorridere. Partivo nettamente avvantaggiato. Dovevo solo istruirmi sul far ridere. Così mi sono visto tutte le puntate di Zelig. Ho letto tutti i libri dei comici che nel frattempo avevano invaso le librerie. Al ritmo di uno al giorno, mille euro di spesa mensile. Mi sono fatto dieci flebo di Striscia la Notizia e ho comprato un tapiro d’appartamento. A fine marzo facevo veramente ridere. Ma la tendenza era cambiata.

Adesso andava il bello e impossibile.

Mi sono preso tre mesi di pausa. Per me il bello era veramente impossibile.

Così ho aspettato l’estate, e nell’aria c’era finalmente qualcosa che faceva al caso mio. Le ragazze andavano matte per il tipo dolce, romantico e sensibile.

Ci siamo, ho pensato. Sono così dolce e zuccherato, che ho seri problemi di diabete. Ho iniziato subito a dare del mio meglio. Mi sentivo a mio agio. Finalmente qualcosa che era già nel mio DNA. Non era necessario dover plasmare il mio IO, su forme diverse dall’originale.

Un pomeriggio, sotto casa, un turista di passaggio, mi ferma per un informazione. La guardo attraverso il finestrino abbassato. E’ un vero incanto. Deve essere mia. La farò sciogliere con parole melodiose.

:-Scusi, mi sa indicare il percorso più breve per la città?

:-Ehi bellezza, l’unico posto dove puoi andare è l’aeroporto. Prendi il volo e porta quei tuoi occhi azzurri verso il cielo. E’ l’unico luogo meritevole di ospitarli.

:-E tu lo sai dove devi andare? A farti fottere.

Farti fottere.

:-Qualcuno sa in che provincia si trova?

Bè è possibile che le turiste col loro viaggiare non siano al corrente delle mode del momento.

E in ogni modo in autunno, il target è nuovamente variato. Il must ora era l’uomo colto, curato, intelligente, di cultura.

Ho rinnovato il guardaroba. Camicie, pantaloni di velluto, giacche doppiopetto, cravatta, scarpe laccate, occhiale dalla montatura spessa, barba coltivata e una berlina nuova fiammante. Dimostravo quarant’anni. Ho iniziato a leggere cose veramente pesanti per istruirmi. Tutti i classici greci, trattati universitari di vario genere, dalla filosofia alle teorie quantistiche. Da Freud a Shackespeare.

Poi un pomeriggio mi trovavo in libreria. Scaffale “ Psicoanalisi e trattati umanistici”. Mi avvicina una tipa. Aria elegante ed intellettuale.

:-Anche tu interessato all’argomento?, mi fa.

Ci siamo!, penso. Aspetta. Questa l’ho già sentita. Brutti ricordi. No, questa è la volta buona. Cerco di darmi un certo tono.

:- Bè si, sai, non se ne può veramente più del vuoto d’argomentazioni che circola nella letteratura attuale. Io ad esempio in questi giorni sto leggendo Prost. Devo dire che per essere un ex pilota, non se la cava affatto male con la scrittura….   

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