RUMORI MOLESTI

Bene.

Le ho provate veramente tutte.

Cioè. Ho contato fino a dieci e ho fatto dei respiri profondi. Ho numerato anche le pecore, mentre ad una ad una, saltavano il mio steccato immaginario. Anche se non serve per l’autocontrollo, ma per addormentarsi.

La tremilasettecentoventiquattresima non ce l’ha fatta.

Se l’è ingroppata il pastore.

Ma la pazienza ha un limite.

E oltre il limite, scatta la violenza.

Prima la rissa verbale. Poi eventualmente, si passa alle mani.

Bè cazzo, anche questo caldo afoso ci sta mettendo del suo. E poi i nervi sono già provati dai postumi del dopo weekend. Ore di sonno limitate e fisico messo alle corde dagli eccessi.

Mi sono aggrappato mentalmente alla scrivania, cercando di autoconvincermi, come il migliore dei mediatori.

Vedrai che ora la smette, vedrai che ora la smette.

Ma lui continua.

Il rumore è molesto, amplificato nella bonaccia stantia dell’aria del primo pomeriggio. I suoni ripetitivi, ossessivi e ipnotici, come un rubinetto che perde. Plic, plic, plic, plic, plic, plic. Ma dall’intensità squartante. Un aereo a bassa quota. Wroooooommmmm. Un treno nel silenzio della notte. Tatum-tatum-tatum-tatum-tatum.Uno strappo secco nel tessuto della concentrazione. I toni irregolari e casuali, come il motorino truccato del quattordicenne giù nel parcheggio del condominio. Gneeemm, gnemmmm, gnem, gnem, gneeeeemm.

Non resisto, non resisto.

Mi tappo le orecchie con le mani e tento di pensare ad altro. Di porre il mio segnale, su una frequenza d’onda superiore.

Niente, niente, niente.

Una scarica di bestemmie rompe il ritmo, prima che questi riprenda il suo disturbo disordinato. Le unghie si conficcano nel palmo della mano, screziandolo di mezzelune rosate.

E’ la fine. Te la sei voluta.

Ora mi alzo in piedi, esco dall’ufficio e vado di là nel giardino del vicino, a dire al simpatico nonnetto, che se proprio deve fare a pezzi il cadavere della moglie per occultarlo con più facilità, utilizzi uno strumento manuale.

Che la motosega elettrica, cazzo, fa un casino insopportabile.

Che tanto è in pensione anticipata e ha tutto il tempo di ‘sto mondo. Prenditela con comodo, palla al piede della società.

Ti chiedo solo un po’ di silenzio. Che io qua sto provando a lavorare.

Ecchecazzo.

 

18 Risposte a “RUMORI MOLESTI”

  1. La cosa che più mi fa uscire di testa è click clik-clak-clic-clak delle penne a scatto!! AAAAAHHHGGG!! per quello sarei capace di farmi venire 5 minuti di ordinaria follia (bastano, non mi ci vuole tutto il giorno..)

  2. qui c’è il collega di fianco che fa TUNZ TUNZ TUNZ con il piede. Tutto il giorno.

    Allora si fa così. Io chiedo la motosega in prestito al vecchino, così lui la pianta di fare bordello, e io mi libero del collega molesto.

    Ps. Anche noi friulani siamo dei gran grapparoli. ^_^

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